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Cittadinanza. Seconde generazioni: “E la riforma?”

Dalla scorsa estate, lavori bloccati in commissione. I deputati aspettano Maroni

Roma – 13 dicembre 2010 – La riforma della legge sulla cittadinanza si è persa nei fumi della crisi politica.

Da oltre due anni non si riesce a trovare un’intesa. Da un lato ci sono Pdl e Lega, che vorrebbero regole ancora più severe, dall’altro il centrosinistra e i finiani, intanto diventati Futuristi, che chiedono di accelerare il percorso per diventare italiani, soprattutto per le seconde generazioni.

Quindici proposte di legge sono ferme alla Camera in Commissione Affari Costituzionali. A luglio scorso i suoi membri hanno chiesto di ascoltare il ministro dell’Interno, per avere chiarimenti su dati e procedure attuali, ma Maroni si è guardato bene dal presentarsi  davanti ai deputati. Da allora, complice la rottura tra finiani e pdllini, in commissione non si è più parlato della riforma della cittadinanza.

Intanto, gli immigrati che vogliono diventare italiani aspettano. E aspettano  anche i loro figli, un milione ragazzi e ragazze nati o cresciuti qui, italiani di fatto ma non per legge, costretti a rinnovare il permesso di soggiorno.

La Rete G2 Seconde Generazioni, che riunisce figli di immigrati e rifugiati cresciuti in Italia, ha seguito dall’inizio l’iter della riforma. “È  la seconda legislatura consecutiva – denuncia oggi in una nota – che vediamo tradite le legittime richieste di un milione di italiani e italiane che vivono, studiano e lavorano con un permesso di soggiorno”.

Quindi l’ appello: “La Rete G2 Seconde Generazioni chiede a tutti i parlamentari e in primis al Ministro dell’Interno, maggiore responsabilità e rispetto nei confronti di  chi non rinuncia a sentirsi italiano nonostante il permesso di soggiorno. È ora che il Parlamento italiano approvi una legge che riconosca lo Ius Soli per le seconde generazioni dell’immigrazione.

Elvio Pasca

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