Roma – 24 marzo 2015 – Per i figli degli immigrati si fa ancora attendere una riforma della legge sulla cittadinanza che stabilisca che chi cresce in questo Paese è italiano. Intanto, però, il Parlamento sta per fare un piccolo ma significativo passo in avanti per questi ragazzi, rendendoli uguali ai loro coetanei almeno nei campi di calcio, sulle piste di atletica e in tutte le attività sportive.
Oggi, infatti, le seconde generazioni sono “straniere” anche per le società sportive, che non possono tesserarli come se fossero italiani quando passano dall’attività amatoriale a quella agonistica. Succede così che tanti piccoli talenti non possono vestire la maglia azzurra nelle competizioni nazionali e internazionali, e per esempio non possono diventare “campioni italiani” nelle loro discipline.
Per superare questa discriminazione, è iniziato in aula alla Camera l’esame di una proposta di legge che introduce una sorta di “cittadinanza sportiva”. Sulla scia delle scelte già fatte dalla Federazione italiana hockey e la Federazione pugilistica italiana vuole far cadere le barriere, facendo diventare lo sport un’occasione di reale integrazione anche per i figli degli immigrati.
Il testo prevede infatti che i minori stranieri "regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani". Il tesseramento resterà valido anche "dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana" da parte di chi ha presentato domanda.
Dopo alcune modifiche migliorative in Commissione, ieri la proposta di legge è arrivata in aula a Montecitorio dove ha incassato il sostegno di maggioranza e opposizione. Ne sono state illustrate le linee generali, l’esame continuerà nelle prossime sedute. C’è anche l’appoggio di Palazzo Chigi. Intervenendo ieri alla Camera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che ha la delega allo sport, ha espresso "la condivisione piena del Governo e l'apprezzamento per la proposta di legge".
"Non è una questione marginale- ha sottolineato Delrio – anzi, è molto importante, perché crediamo che, pur non intervenendo sulla questione dell'attribuzione della cittadinanza, sia un giusto riconoscimento della possibilità per questi ragazzi, per questi minori stranieri, di poter godere degli stessi diritti degli altri minori e, in particolare, dell'ammissione alle società sportive afferenti alle federazioni nazionali. È un esempio di attenzione e di buona pratica di cittadinanza, anche se non formale, almeno sostanziale".
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