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Cittadinanza. Turco: “Italiano chi nasce e cresce in Italia”

“Dovrà essere primo impegno del Pd al governo”. “Rottamare paura e pregiudizi”

Roma – 25 marzo 2011 – “Consentire a chi nasce in Italia di  essere riconosciuto cittadino italiano e a chi arriva in Italia di essere italiano dopo aver compiuto un ciclo di studi è una necessità  e un dovere della nostra democrazia. È una grande priorità per il  Pd”.

Livia Turco, presidente del Forum immigrazione del Pd, rilancia il tema della concessione della cittadinanza   per i cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia. Una volta tornato al governo, ha assicurato oggi dal palco della conferenza nazionale del partito sull’immigrazione, il Pd dovrà chiedere la   cancellazione della Bossi-Fini e di altre leggi varate dal centrodestra.

“Abbiamo bisogno di una democrazia -ha detto Turco   – che consenta a chi   nasce e cresce in Italia di dirsi italiano e che consenta a chi vive  con noi, lavora e paga le tasse di partecipare attivamente alla vita   politica. Una democrazia per essere forte deve saper prevenire   lacerazioni e conflitti. La democrazia italiana deve cogliere il   conflitto potenziale contenuto nel fatto che un elevato numero di   giovani che nasce e cresce nel nostro Pese e si sente italiano è privo di identità, e al compimento del 18esimo anno se non trova un   lavoro o se non frequenta con assiduità gli studi universitari diventa clandestino e rischia l’espulsione". 

“Oggi la questione del rapporto tra immigrati ed italiani non è  solo più quella dei diritti e dei doveri ma di quale Italia costruire insieme, di un nuovo progetto Italia da condividere e da costruire   insieme. Per questo parliamo di una alleanza tra italiani ed immigrati  per un’Italia migliore. Un’alleanza per lo sviluppo umano, per la dignita’ del lavoro, per il welfare delle sicurezze per tutti, per il   diritto allo studio e la scuola interculturale per tutti, per una   democrazia forte ed inclusiva".

"Per questo -ha continuato l’ex ministro della Solidarieta’ sociale- diciamo in modo chiaro e forte: non consentiamo   che la legge sulla cittadinanza sia considerata un cosmetico per   abbellire il viso, secondo le circostanze e le convenienze; che sia   usata per giochi politici; non consentiamo che sparisca dall’agenda   politica". "A Pierluigi Bersani, che tanto si e’ impegnato su questo   tema, chiediamo che dica fin da oggi che il governo Bersani, nel suo   primo consiglio dei ministri approverà la norma per cui chi nasce e   cresce in Italia e’ italiano".

"Abbiamo parlato di battaglia sociale e culturale. Non abbiamo  certo dimenticato il fardello pesante della Bossi-Fini e della  Berlusconi-Maroni. Quando torneremo a governare -ha proseguito Livia Turco- le abrogheremo. Ripartiremo dalle leggi dei governo dell’Ulivo   per andare avanti ed innovare. Oggi vanno di moda gli innovatori e i rottamatori”.

"Consentitemi di dire che non c’e’ nulla di piu’ innovativo che imparare la fatica di vivere con chi e’ diverso da noi e che non c’e’  nulla di piu’ urgente da rottamare dei pregiudizi e della paura. Perchè offuscano la vista ed alterano il battito del cuore. L’Italia  invece ha bisogno di uno sguardo attento -ha concluso Turco- e di un cuore generoso". 

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