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Cittadinanza. Unicef: “La legge attuale è anacronistica”

Iacomini: "No all'allarmismo ideologico''

ROMA, 10 maggio 2013 – "L'attuale legge sulla cittadinanza è anacronistica e va riformata. La materia non può essere lasciato in balia dell'allarmismo ideologico''.

Sono le parole del portavoce dell'Unicef Italia Andrea Iacomini intervenuto al dibattito sollevato dal ministro dell'integrazione. ''A monte della disputa su ius soli e ius sanguinis – dice Iacomini – la bussola cui l'Unicef Italia fa affidamento e' la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Onu, ratificata dall'Italia nel 1991, che sancisce a chiare lettere il principio della 'non discriminazione'. Un impegno che spetta anche all'Italia''.

 ''Come puo' convivere – si chiede – tale principio di non discriminazione per tutti i bambini con una legge sulla cittadinanza che non garantisce le stesse opportunita' ai figli di immigrati nati e cresciuti qui? Ad esempio un piccolo atleta potrebbe non seguire la sua squadra in trasferta all'estero perche' non e' cittadino italiano''.

Iacomini ricorda che su quasi un milione di minorenni di origine straniera residenti in Italia, oltre la meta' e' costituita da bambini nati sul territorio nazionale. ''I dati attuali rivelano una realta' che ci mette di fronte alla necessita' di rinnovamento giuridico. Mentre con una mano la legge offre al bambino diritti fondamentali come quello all' istruzione e alla salute, con l'altra sottrae il diritto forse piu' edificante per lo spirito di un cittadino: quello di potersi definire tale. Il danno sociale derivante da una simile condizione di "diversità", in un contesto cosi' delicato come l'infanzia e l'adolescenza, non e' affatto minore di quello psicologico''.

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