Roma – 10 febbraio 2014 – I cittadini romeni, polacchi e di altri paesi europei che vivono in Italia possono votare insieme agli italiani alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e delle amministrazioni comunali. Basta che si iscrivano a delle liste elettorali aggiunte nei Comuni di residenza (per le europee il termine scade il 24 febbraio, per le comunali il 15 aprile) .
È un diritto che, tra disinformazione e disinteresse, rimane troppo spesso solo sulla carta, sopravanzato forse da esigenze più pratiche e immediate. Una ricerca condotta due anni fa da Cittalia-Anci su 13 città capoluogo, per esempio, mostrava che solo l’8% dei maggiorenni comunitari si era iscritto alle liste.
Per scardinare questa situazione è nato Operation Vote, un progetto finanziato dall’Unione europea che vuole portare alle urne i cittadini comunitari immigrati in Portogallo, Spagna, Svezia, Austria e Italia, dove è gestito dal Cospe. Le parole d’ordine sembrano essere informazione e sensibilizzazione e tra i destinatari non ci sono solo i potenziali elettori, ma anche le istituzioni, a cominciare dai Comuni, che finora non sembrano aver prestato la giusta attenzione a questi nuovi cittadini.
“Votare è importante per vivere da cittadini europei e per non sentirsi stranieri anche quando si abita in un altro Paese” spiega un video realizzato dal Cospe, disponibile con i sottotitoli in romeno, in polacco o in inglese, che spiega anche come fare per godere di questo diritto. Sul sito del progetto operationvote.eu ci sono poi guide, il modello per presentare la domanda di iscrizione alle liste elettorali aggiunte e altro materiale utile.
“Ci muoviamo su più fronti” dice Sara Cerretelli, responsabile di Operation Vote per il Cospe. “Chiediamo ai Comuni di inviare lettere ai residenti comunitari per informarli sui loro diritti, spingiamo perché sia possibile l’iscrizione online alle liste aggiunte, diffondiamo materiale informativo e facciamo incontri con le comunità, come quello che il 14 febbraio a Roma ci vedrà all’Accademia di Romania insieme ad associazioni rappresentanti dell’ambasciata e consiglieri comunali romeni eletti in Italia”:
Perché i comunitari iscritti alle liste aggiunte sono così pochi?
“Innanzitutto perché la gente non sa di poter votare, spesso non lo sanno nemmeno i responsabili delle associazioni che incontriamo, che dovrebbero essere più informati della media dei connazionali. Manca poi una consapevolezza dell’importanza del voto, tanti non sono interessati perché hanno altre priorità, come il lavoro, la casa, la ricerca di stabilità e benessere, il nostro compito è far capire che con il voto si può incidere su queste problematiche, soprattutto a livello locale”
I Comuni che atteggiamento hanno?
“C’è un livello molto basso di sensibilità. Non fanno niente per informare i residenti comunitari del loro diritto , anche se poi, quando li contattiamo, sembra che comprendano che è un tema importante sul quale avrebbero dovuto lavorare. Nei Comuni toscani che abbiamo coinvolto in Operation Vote, come Firenze, Prato, Scandicci, Sesto Fiorentino, la risposta è stata ottima”.
E la politica? Non si ricordano campagne elettorali dedicate ai romeni o ai polacchi
“Abbiamo intervistato diversi rappresentanti dei partiti politici e abbiamo riscontrato una mancanza di consapevolezza sull’esistenza di questo bacino elettorale. Cadono quasi dalle nuvole. Eppure, specialmente per le amministrative, bacini di elettori come quello rappresentato dai residenti romeni possono fare la differenza in molti Comuni. Se un partito facesse una campagna elettorale mirata potrebbe avere i suoi vantaggi. Finora, però, non se ne sono accorti”
Elvio Pasca