Gradisca d'Isonzo (GO), 20 novembre 2013 – Si chiamano Centri Identificazione Espulsione, ma ''altro non sono che arcipelaghi carcerari dove persone innocenti, oppure che hanno gia' scontato la loro pena, e senza nessuna accusa vengono recluse in vasche di cemento circondate da reticolati d'acciaio. Addirittura l'assurdita' normativa: visto che se una persona scappa non puo' essere ri-arrestata, anche il cielo e' sbarrato con reti a tre metri dal suolo. Un pollaio per esseri umani''.
E' questo il colpo d'occhio che accoglie il candidato alla segreteria Pd Giuseppe Civati sul sito del semi carbonizzato Cie di Gradisca, andato recentemente a fuoco per l'ennesima sollevazione degli internati ed ora sotto ricostruzione. Civati ha visitato il Cie nel corso del suo tour in Friuli Venezia Giulia, accompagnato dai consiglieri regionali Silvana Cremaschi e Enzo Martines, dal coordinatore regionale della mozione, Marco Rossi, l'assessore comunale gradiscano Linda Tomasinsig, il segretario cittadino del Pd Marco Zanolla e l'associazione ''Tenda per la Pace e i Diritti''.
''I dipendenti della Ideal standard sono obbligati a scendere a Roma per chiedere una briciola di cassa integrazione, ma per le cause peggiori, in questo Paese, i soldi si trovano sempre'' denuncia il deputato Pd, furioso dopo aver visitato ''la cosa piu' vicina ad un campo di concentramento che abbia mai visto''.
''La Bossi Fini va abolita subito: condanna centinaia di migliaia di innocenti alla clandestinita'; un mare magnum di dolore nel quale i delinquenti si mimetizzano. Perche' la Bossi Fini non e' solo una legge crudele. E' anche stupida. Ha creato insicurezza, segregazione, zone grigie dove l'illegalita' e lo sfruttamento del lavoro nero prosperano. Ma l'Italia non si merita questo ne' l'assurdita' che, se ripesco un naufrago, divento automaticamente uno scafista, come e' successo ai bravi pescatori di Lampedusa''.