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Clandestini, da oggi 6 mesi nei Centri d’espulsione

In vigore il nuovo decreto sulla sicurezza. Trattenuti fino a 180 giorni quando è difficile il rimpatrio Roma  – 25 febbraio 2009 – Diventa operativo il giro di vite voluto dal governo per rendere più efficienti le espulsioni. I clandestini possono essere trattenuti fino a sei mesi nei centri di identificazione in attesa che sia possibile rimpatriarli.

A cambiare le regole è il decreto legge sulla sicurezza, approvato venerdì dal Consiglio dei ministri, che è arrivato ieri in Gazzetta Ufficiale e da oggi entra in vigore.

Fino a ieri il Testo Unico sull’immigrazione prevedeva trenta giorni di trattenimento nei centri, che potevano diventare sessanta se c’erano difficoltà per l’identificazione o per reperire documenti indispensabili per il rimpatrio. Il nuovo decreto sicurezza ha triplicato questa previsione.

Da oggi, in caso di “mancata cooperazione”  del cittadino extraue, o di “ritardi nell’ottenimento della necessaria  documentazione dai Paesi terzi”, il Questore potrà chiedere al giudice di pace una proroga di altri sessanta giorni. Se anche questi non bastano, sarà possibile un’ulteriore proroga di sessanta giorni.

Di proroga in proroga, quindi, ogni clandestino potrà rimanere rinchiuso nei centri di identificazione ed espulsione (Cie) fino a un massimo di 180 giorni,  salva la possibilità di essere rimpatriato senza attendere la scadenza della proroga.  Una novità che riguarda anche chi è già ospite di queste strutture.

Le nuove regole affolleranno ulteriormente i centri già esistenti, rendendo indispensabile aprirne altri, per i quali il Viminale sta definendo la collocazione. Il decreto prevede un esborso di quasi 230milioni di euro da parte dello Stato, oltre la metà dei quali destinati proprio alla costruzione  e  alla ristrutturazione  dei Cie.

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DECRETO-LEGGE 23 febbraio 2009 , n. 11
Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonche’ in tema di atti persecutori (GU n. 45 del 24-2-2009 )


Elvio Pasca

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