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Clandestini. Il piano di Frattini per affrontare l’emergenza

Il ministro degli esteri presenta a Lussemburgo 7 punti per agire e sottolinea che serve l’impegno di tutti gli Stati dell’Ue
 

 

Lussemburgo – 28 aprile 2009 – Un "quadro comune di riferimento per affrontare l’emergenza immigrazione nel Mediterraneo". È l’obiettivo di un piano d’azione in sette punti presentato dal ministro degli Esteri Franco Frattini ai colleghi Ue a Lussemburgo, in occasione del Consiglio affari generali e relazioni esterne. "L’onere – ha sottolineato il ministro, in riferimento ai continui sbarchi di clandestini – non può essere sopportato solo dagli stati membri ‘in prima linea’".

Secondo Frattini, "i principi politici contenuti nel patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, ispirati a concetti di solidarietà tra stati membri e cooperazione con i paesi terzi, devono essere tradotti quanto prima in regole chiare e comportamenti coerenti".

Sette i punti del ‘piano d’azione’ indicati dal titolare della Farnesina:
1. Trovare una "definizione di meccanismi vincolanti e condivisi a livello comunitario in materia di ricerca e soccorso dei migranti in mare che evitino divergenti interpretazioni del diritto internazionale";
2. Individuare "criteri di ripartizione tra stati membri in materia dei migranti intercettati in mare, favorendo altresì il reinsediamento dei beneficiari di protezione internazionale e l’adeguamento delle risorse finanziarie".
3. "Promuovere la definizione di una rete europea di centri di accoglienza".
4. Procedere al “rilancio della politica europea di riammissione, offrendo concreti incentivi ai paesi terzi in termini di assistenza tecnica e di migrazione legale”
5. Promuovere un “più ampio coinvolgimento di paesi terzi nelle attività di pattugliamento congiunto svolte da Frontex, in modo che tale agenzia possa esercitare pienamente la sua missione di coordinamento del controllo della frontiera eserna dell’Ue e far fronte a situazioni di crisi”;
6. Rilanciare “la cooperazione con la Libia nel settore dell’immigrazione, attraverso la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere meridionali”, dunque con accordi non solo bilaterali ma anche tra Bruxelles e Tripoli. “L’Italia – ha detto Frattini – è pronta a finanziarie la metà dei costi”, ma chiede che l’Ue assicuri la copertura della restante parte ed avvii quanto prima le necessarie valutazioni tecniche;
7. Porre l’accento sulla "centralità dei temi migratori nel contesto del negoziato per la definizione di un accordo quadro Ue-Libia, tenendo presente l’importanza strategica per l’Ue di iniziare un percorso comune di ampio respiro con la Libia anche in tale settore".

a.i.

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