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Clandestini, “nessuna denuncia negli ospedali”

Molte Regioni lo hanno già ribadito, ora si attende una circolare del ministero della Salute. Geraci (Simm): "Informare gli immigrati" Roma – 29 ottobre 2009 – Chi non ha il permesso di soggiorno può farsi curare senza paura in ambulatori, pronto soccorso e ospedali, perchè lì nessuno può denunciarlo come clandestino. Valeva prima dell’approvazione della legge sulla sicurezza, e vale anche adesso.

Il divieto di denuncia dei clandestini nelle strutture sanitarie è sancito dal Testo unico sull’immigrazione ed è ad ampio raggio. Riguarda medici e infermieri, ma anche il personale amministrativo e i poliziotti presenti negli ospedali che non possono chiedere il permesso di soggiorno ai pazienti.

Nulla è cambiato con l’introduzione del reato di clandestinità. "La norma è stata ampiamente interpretata, ed è sicuro che c’è ancora il divieto di segnalazione. Lo abbiamo spiegato anche in una nota legale" chiarisce Salvatore Geraci, fino al mese scorso presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni.  

Per chiarire le idee a tutto il personale sanitario, la Simm, l’ Associazione italiana studi giuridici sull’immigrazione, Medici senza frontiere e l’ Osservatorio Italiano sulla salute globale, hanno chiesto che il divieto di segnalazione fosse ribadito anche dalle Regioni e dal ministero della Salute. "Quattordici regioni e una province autonoma [qui trovate l’elenco ndr] hanno risposto al nostro appello. Tra qualche giorno, dovrebbe finalmente arrivare anche una circolare del ministero" annuncia Geraci.

Il prossimo passo è tranquillizzare direttamente agli immigrati. Durante l’iter del ddl sicurezza la Lega ha infatti tentato di abolire il divieto di segnalazione, una mossa non riuscita, che però ha spaventato molti clandestini.

"Nei primi mesi del 2009, – racconta Geraci –  gli ospedali del nord Italia e gli ambulatori del privato sociale hanno denunciato un calo di accessi da parte di irregolari, ma ora la tendenza sembra essersi invertita. Credo comunque che serva una campagna informativa per far capire a tutti gli immigrati, con o senza permesso, che nelle strutture sanitarie sono al sicuro".

Elvio Pasca

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