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Classi-ponte. Berlusconi: “Non è razzismo, ma integrazione”

Il presidente del Consiglio: "Impossibile insegnare l’aritmetica a chi non sa l’italiano"

Roma – 22 ottobre 2008 – "Non c’è nessun razzismo, c’è solo buonsenso. Se  non si conosce l’italiano non si possono studiare tutte le altre materie".

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi difende l’ipotesi di creare delle classi-ponte per gli alunni immigrati, come previsto da una mozione promossa dalla Lega e approvata qualche giorno fa alla Camera con i voti della maggioranza.

"Ormai in Italia ci sono più di 600mila alunni stranieri. Ci sono situazioni, soprattutto al nord, dove si parlano 10 lingue diverse e classi elementari con l’80% di bambini extracomunitari" ha detto stamattina Berlusconi nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che "insegnare l’aritmetica a  dai ragazzi che non parlano la lingua italiana e parlano dieci lingue diverse è praticamente impossibile".

"Sono gli stessi insegnanti ad aver denunciato queste situazione – sostiene il presidente del Consiglio – quindi c’è la possibilità, ove richiesto dalla scuola, di provvedere a dei corsi di insegnamento della lingua italiana per questi ragazzi che non ne hanno la padronanza dell’italiano".

Berlusconi ha ricordato che questo metodo è  "in vigore in tutti i maggiori paesi europei". "In Francia ci sono da decenni le classi d’accueil, e l’accesso alle classi normali è deliberato dal consiglio della scuola solo quando i ragazzi dimostrano di padroneggiare la lingua francese. Classi simili esistono da decenni anche Germania".

"Sono provvedimenti tesi all’integrazione di questi ragazzi, e mi sembra palese che integrazione è il contrario di razzismo" ha concluso il presidente del Consiglio.

 

 

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