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Classi ponte. Gelmini: “Non è razzismo, ma didattica”

Per il ministro la mozione della Lega è la via per l’integrazione, per il Pd ricorda le leggi razziali. Critiche anche dall’estero

Roma – 17 ottobre 2008 – Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini giudica positivamente la proposta della Lega delle ‘classi di inserimento’ per i figli di immigrati. Alle polemiche degli scorsi giorni risponde stamattina a “Mattino 5”: "Le classi di inserimento non sono un problema di razzismo, ma un problema didattico. Senza la conoscenza della lingua italiana non c’è integrazione: se vogliamo accogliere in maniera adeguata i bambini stranieri è giusto investire risorse perché possano conoscere la lingua italiana e quindi integrarsi al meglio".

“È un dato di fatto – sottolinea il ministro – che per come è organizzata la scuola oggi non riesce ad assolvere al meglio a una funzione importante, quella di integrare gli alunni immigrati. Ogni genitore che ha un figlio nelle classi elementari – aggiunge – sa che ci sono problematiche legate al loro inserimento perché molti non conoscono l’italiano. Molte classi rallentano l’apprendimento e l’integrazione dei bambini stranieri perché non ci sono corsi specifici di insegnamento della nostra lingua”.

In molti non la vedono come il ministro. Dopo i moniti degli scorsi giorni, oggi è arrivato quello del capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni: ”La mozione approvata dalla maggioranza per l’istituzione di classi ghetto per gli extracomunitari ricorda in modo imbarazzante l’articolo 1 delle leggi razziali. In quell’indegno provvedimento – aggiunge – si riconosceva ‘la necessità’ assoluta ed urgente di dare uno speciale ordinamento alla istruzione elementare dei fanciulli di razza ebraica’ prevedendo che ‘per i fanciulli di razza ebraica’ fossero ‘istituite a spese dello Stato speciali sezioni di scuola elementare nelle località’ in cui il numero di essi non sia inferiore a dieci”’.

”Il decreto che – afferma Ghizzoni – attuava i ‘provvedimenti per la difesa della razza’ del 5 settembre 1938, fu pubblicato in Gazzetta ufficiale il 25 ottobre del 1938, esattamente settanta anni fa. Mi pare che la mozione della maggioranza abbia celebrato degnamente questo vergognoso anniversario. Con la mozione la Lega introduce infatti nel nostro ordinamento un abominio legislativo, etico e politico che sembra voler gettare benzina sul fuoco e alimentare quel razzismo sempre meno strisciante nel paese”.

”La xenofobia e il razzismo – aggiunge il Pd – si combattono solo con l’integrazione, in primo luogo nella scuola, dove si formano e crescono coloro che non potranno essere considerati immigrati di seconda generazione, ma nuovi e consapevoli cittadini italiani. Nonostante riconosca l’esistenza di un problema didattico legato all’immigrazione, è certo che non è con la creazione di classi ghetto che lo si risolve. A tal proposito abbiamo chiesto al governo di mettere da parte gli slogan e impegnarsi ad attuare il piano nazionale di insegnamento dell’italiano ai bambini migranti già predisposto dal governo Prodi e che contiene interventi e risorse senza prevedere classi differenziate”.

Accuse di razzismo arrivano anche dall’estero:
"Nuova iniziativa razzista del parlamento di Roma: l’Italia vieta agli stranieri di studiare con gli altri alunni". È quanto scrive oggi in prima pagina il quotidiano saudita ‘al Watan’ riportando il commento "risentito" del deputato di origini marocchine Suad Sbai che vede nell’applicazione del provvedimento – scrive il giornale – "il rischio di provocare una grande voragine nella società italiana".

L’Unione europea alza le mani:
Secondo il Commissario europeo agli Affari sociali e le Pari Opportunità Vladimir Spidla le ‘classi ponte’ per immigrati nella scuola italiana sono "difficilmente accettabili". Ma L’Unione Europea, specifica Spidla, non può farci nulla perché in materia di scuola ogni singolo Stato dell’Unione è assolutamente sovrano.

a.i.

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