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Colf e badanti, si avvicina il click day per le assunzioni: tutti i dettagli da conoscere

Roma, 8 novembre 2023 – Il prossimo 4 dicembre rappresenta una data importante per chi intende assumere colf, badanti o baby sitter in Italia, grazie al Decreto flussi triennale 2023-2025 emanato dal DPCM del 27 settembre 2023. Questo decreto istituisce il cosiddetto “Click Day,” una giornata dedicata all’invio delle istanze di nulla osta per il lavoro domestico. Per affrontare questo processo, Assindatcolf, l’Associazione datoriale del settore, ha fornito un riepilogo dei passaggi fondamentali che i datori di lavoro devono seguire.

Colf e badanti, la procedura da seguire per richiedere il nulla osta

Il primo passo riguarda la verifica della condizione economica del datore di lavoro. Nel caso di un singolo datore di lavoro, il reddito imponibile non deve essere inferiore a 20.000 euro. Tuttavia, se il nucleo familiare è composto da più familiari, il limite minimo del reddito imponibile sale a 27.000 euro. Da notare che se il datore di lavoro è una persona non autosufficiente che richiede l’assistenza di un badante per sé stesso, il requisito del reddito decade.

La seconda verifica fondamentale è relativa all’indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio disposti a svolgere le mansioni di colf, badanti e baby sitter. Ottenere una risposta a questa richiesta può richiedere fino a 20 giorni lavorativi, motivo per cui è importante avviare il processo il prima possibile. L’ultimo passaggio, poi, coinvolge l’asseverazione della certificazione da parte di professionisti abilitati o associazioni datoriali come Assindatcolf. Questa asseverazione riguarda sia le condizioni reddituali del datore di lavoro che le condizioni contrattuali che si desidera offrire al lavoratore.

Infine, Assindatcolf sottolinea che la circolare congiunta n. 5969 del 27 ottobre 2023 stabilisce che il lavoratore domestico può essere assunto sia a tempo determinato che indeterminato. E l’orario di lavoro può essere a tempo pieno o parziale, ma mai inferiore alle 20 ore settimanali. Inoltre, la retribuzione mensile non può essere inferiore all’importo dell’assegno sociale, che ammonta a 503,27 euro.

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