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Nuove regole per i contratti di colf, badanti e baby sitter: cosa cambia

Roma, 4 ottobre 2022 – Con il nuovo Decreto Trasparenza sono aumentati gli obblighi dei datori di lavoro di badanti, colf o baby sitter. L’obiettivo, infatti, è quello di aumentare la tutela dei lavoratori domestici. Come si legge nel testo, è ora necessario indicare in modo dettagliato nella lettera di assunzione lo stipendio, le modalità di pagamento, la durata delle ferie, i diversi congedi e l’organizzazione dell’orario di lavoro. Ma non solo. Vediamo quindi tutti i dettagli da sapere.

Colf e badanti, cosa inserire nel contratto

In caso di mancato rispetto dei nuovi obblighi si rischia una sanzione che può andare da 250 euro fino a 1.500 per ciascun lavoratore. Le regole, inoltre, si applicano anche a chi usa il “Libretto famiglia” ed escludono esclusivamente i rapporti di lavoro che prevedono una media di tre ore a settimana, calcolata in un periodo di quattro settimane consecutive. In più, la normativa non vale solo per i nuovi assunti, ma anche per i dipendenti già in servizio al 1 agosto 2022.

Nel dettaglio, però, quali sono i dati da indicare a colf, badanti e baby sitter? Le informazioni che non possono mancare all’interno del contratto sono molteplici: identità delle parti, luogo di lavoro, inquadramento. Poi ancora livello e qualifica del lavoratore, tipologia di rapporto, durata del periodo di prova, durata delle ferie e di altri congedi retribuiti. Così come l’importo iniziale della retribuzione e le modalità di pagamento, la programmazione dell’orario di lavoro, la procedura e i termini di preavviso in caso di dimissioni e licenziamento. E non è tutto: bisognerà anche riepilogare i congedi retribuiti ai quali il lavoratore o la lavoratrice ha diritto. Per lo stipendio, poi, non basterà indicare il valore, ma sarà necessario anche inserire gli elementi costitutivi. Quindi minimo tabellare, superminimo, indennità, modalità di versamento e periodo di pagamento.

Ulteriori dettagli

Un paragrafo poi dovrà essere dedicato all’orario di lavoro, con una specifica nel caso di orario prevedibile o imprevedibile. Nel primo caso, infatti, il datore di lavoro può semplicemente comunicare la programmazione, le eventuali condizioni dello straordinario e quelle per i cambi turno. Se invece si tratta di un orario imprevedibile, il datore deve comunicare oltre alla variabilità della programmazione del lavoro, anche l’ammontare minimo delle ore retribuite garantite, le ore e i giorni nei quali il lavoratore è tenuto a svolgere le prestazioni e il periodo minimo di preavviso al quale ha diritto prima di iniziare a lavorare.

“I nuovi obblighi del decreto Trasparenza possono essere un problema per le famiglie che non sono assistite da un’associazione datoriale o da un professionista nel gestire il rapporto di lavoro domestico. Proponiamo dunque di introdurre un periodo di sei mesi senza applicare sanzioni, in modo da far conoscere le nuove regole, o l’esclusione delle famiglie dalle sanzioni”, ha commentato il segretario generale di Domina, Lorenzo Gasparrini. “Abbiamo messo a disposizione il contratto collettivo del lavoro domestico in sei lingue. C’è il rischio, però, che con un aggravio della burocrazia aumenti il lavoro irregolare. Per questo insisteremo per una modifica normativa in senso semplificativo”, ha dichiarato poi Andrea Zini, presidente di Assindatcolf.

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