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Colf e badanti. 0,03 € l’ora per l’assistenza integrativa. Chi se ne ricorda?

Circa trecentomila iscritti alla Cas.Sa.Colf, eppure i versamenti sono obbligatori. Servono a pagare indennità per ricoveri e parti alle lavoratrici, ma anche un’assicurazione per i datori i lavoro in caso di  infortunio

 

Roma – 3 novembre 2011 – Tre centesimi per ogni ora di lavoro. Possono sembrare pochi, ma è quanto basta per dare qualche tutela in più, tra l’altro “obbligatoria”, a colf, badanti e datori di lavoro domestico.

Dal luglio dello scorso anno è attiva Cas.Sa.Colf, che paga ai lavoratori indennità giornaliere in caso di ricovero, convalescenza e parto e il rimborso integrale dei ticket sanitari per alcune prestazioni specialistiche effettuate presso il Servizio sanitario nazionale. Per i datori di lavoro prevede invece fino a 50 mila euro di copertura assicurativa in caso di responsabilità civile per gli infortuni di chi cura le loro case o i loro cari.

Si tratta di uno strumento previsto dal contratto collettivo di lavoro domestico e l’iscrizione è obbligatoria. Vuol dire che tutti i datori di lavoro domestico dovrebbero versare ogni tre mesi, insieme ai contributi previdenziali, 0.03 euro centesimi per ogni ora retribuita ( 0,01 euro sono a carico del lavoratore, quindi possono essere trattenuti dalla paga). Quanti se ne ricordano?

“Finora abbiamo registrato 162 mila versamenti, considerato che riguardano datori e lavoratori stimiamo di avere circa trecentomila iscritti. Contiamo però di arrivare a mezzo milione entro Natale” rivela a Stranieriinitalia.it Bruno Perin, Presidente della Cas.Sa.Colf. “Registriamo una situazione un po’ a macchia di leopardo, con molte iscrizioni, per esempio, in Lombardia o Piemonte, e dati sottodimensionati nel Lazio o in Campania”.

Il meccanismo dei versamenti, certo, non aiuta. Sui bollettini trimestrali dei contributi bisogna infatti inserire nella casella “C.ORG” il codice “F2” mentre nel campo “importo” va il risultato della moltiplicazione delle ore retribuite nel trimestre per € 0,03. Abbastanza per mettere in crisi più di qualche datore di lavoro, alla faccia della tanto sbandierata semplificazione che dovrebbe contrastare il sommerso nel  lavoro domestico.

Non sarebbe stato più semplice alzare di tre centesimi l’importo orario dei contributi versati all’Inps, che poi avrebbe potuto fare  le dovute divisioni?  “Lo abbiamo chiesto, ma l’Inps ha detto che non è possibile. Anche perché i versamenti sono previsti dal contratto collettivo, non dalla legge” spiega il presidente di Cas.Sa.Colf. Questo significa che chi non li versa non rischia di trovarsi a casa gli ispettori dell’Inps, il lavoratore potrebbe però fargli causa per vedersi riconosciuti, ad esempio in caso di ricovero, le indennità garantite dalla Cassa.

Perin, comunque, è ottimista. “Il risultato raggiunto finora è buono, soprattutto grazie al passaparola e all’opera di consulenti, caf e patronati, ma vogliamo far partire anche una campagna comunicazione. Operiamo in un settore particolare, con soggetti deboli, queste tutele sono importanti. La prossima volta che compilate i bollettini ricordatevi di Cas.Sa.Colf”.

Elvio Pasca

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