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Comitato Schengen: “Servono politiche Ue e strutture più adeguate”

Le conclusioni dopo la due giorni di missione a Malta LA VALLETTA, 18 luglio 2009 – Un linguaggio comune del Mediterraneo, politiche di sviluppo per i Paesi d’origine dell’immigrazione, politiche piu’ adeguate a livello europeo: e’ questa la ricetta proposta dalla delegazione del Comitato parlamentare Schengen, guidata da Margherita Boniver (Pdl), che ieri ha concluso la due giorni di missione a Malta, dopo tappe in Spagna e Grecia.

Si e’ trattato di "due giorni di intensi scambi di opinioni e visite a centri per immigrati irregolari in territorio maltese", ha spiegato il presidente del Comitato, parlando di un "incontro di grande spessore culturale e politico" con il vice premier e ministro degli Esteri di Malta Tonio Borg e di una "significativa seduta di lavoro" con il vice direttore del Jesuit Refugee Service, Katrine Camilleri, e due rappresentanti di Medici Senza Frontiere, tornati di recente a operare a Malta. Medici Senza Frontiere, infatti, aveva sospeso le attivita’ nei centri di accoglienza sull’isola per la situazione delle strutture e ancora oggi, secondo la Boniver, nel centro aperto e in quello chiuso di Hal Far le condizioni sono "molto problematiche".

Nella prima struttura vivono gli immigrati irregolari che possono rimanervi per un massimo di 18 mesi, rischiando il rimpatrio, mentre nella seconda si trovano gli immigrati che hanno ottenuto il riconoscimento da parte delle autorita’ maltesi della condizione di rifugiato o l’asilo o la protezione umanitaria. Nel centro di Marsa, invece, un centro aperto non distante dal centro della capitale La Valletta, le "condizioni di soggiorno – ha detto la Boniver – sono meno precarie". Qui, ha aggiunto, "c’e’ un minimo di assistenza anche per l’integrazione e il tempo libero". Sostanzialmente, si tratta di una "struttura piu’ adeguata" alla vita degli immigrati. E’ comunque vero, ha proseguito il presidente del Comitato Schengen, che in tutti i Paesi che si trovano a dover far fronte a massicci flussi di immigrazione, "le strutture in genere sono largamente insufficienti e lasciano molto a desiderare sotto il profilo del trattamento del genere umano".

E’ stato il senatore Piergiorgio Stiffoni (Lnp) a parlare dei centri maltesi come di "quasi lager", rispetto agli "hotel a cinque stelle di Lampedusa". Per l’onorevole Teresio Delfino (Udc), inoltre, la situazione dei centri di Malta e’ "precaria" sia dal punto di visra "ambientale" che da quello "igienico". In generale, secondo la Boniver, c’e’ una situazione di "grande difficolta’ a gestire il fenomeno dell’immigrazione" e per questo e’ auspicabile una "collaborazione sempre piu’ stretta tra i Paesi" che devono affrontare "problemi simili". Anche perche’ ora Malta gode di una sorta di ‘stato di grazia’ dovuto, ha ribadito il presidente del Comitato, all’efficacia "dell’accordo italo-libico", raggiunto di recente, che contribuisce a "scoraggiare" il fenomeno dell’immigrazione irregolare soprattutto dai Paesi africani attraverso le coste libiche.

A livello europeo, il Comitato parlamentare Schengen, ha sottolineato la Boniver, "confida nella presidenza svedese" affinche’ si registrino "passi in avanti" nelle politiche per l’immigrazione. La Ue, ha detto il senatore Massimo Livi Bacci (Pd), dovrebbe dedicare piu’ attenzione ed energie ai Paesi africani, abbandonando l’attuale politica "fatta piu’ di annunci che di impegno effettivo". Assolutamente "inadeguata" e’ oggi la politica europea in materia anche per l’onorevole Ida D’Ippolito Vitale (Pdl).

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