Roma – 4 maggio 2012 – Sono trentamila, soprattutto romeni, i cittadini dell’Unione Europea che il 6 e 7 maggio vogliono scegliere gli amministratori dei Comuni italiani dove vivono e lavorano. Tutti iscritti nelle liste elettorali aggiunte, requisito indispensabile per andare alle urne.
A fare la parte del leone sono infatti ventiduemila romeni, che rappresentano quasi il 73% del totale, seguiti, con un grande distacco, da poco più di duemila polacchi, il 7%, e da millequattrocento bulgari, 5%. Potrebbero sembrare tanti, non è così.
L’intero corpo elettorale conta oltre sette milioni di persone, i comunitari rappresentano appena lo 0,4%. Se invece si considera la loro incidenza sul totale dei residenti in Italia, la percentuale sale al 2%. Con un calcolo rozzo verrebbe da dire quattro su cinque non andranno a votare.
Anche nelle piazze più importanti di queste amministrative la partecipazione è particolarmente scarsa. I cittadini comunitari residenti a Genova sono seimila, ma solo 908 si sono iscritti alle liste aggiunte, a Verona ci sono 492 iscritti su novemila residenti, a Parma 398 su quattromila, a Palermo 247 su tremila…
La burocrazia pesa. Imporre a chi vuole votare di presentare in largo anticipo (quest’anno i termini scadevano il 27 marzo) una domanda in Comune per iscriversi nella lista aggiunta è comunque un ostacolo. “In tanti comuni, i cittadini comunitari si sono dovuti presentare di persona all’ufficio elettorale non soltanto per iscriversi, ma anche per ritirare la tessera” racconta Sorin Cehan, direttore del settimanale Gazeta Românească.
C ‘è poi la scarsa informazione. Alzi la mano chi ha visto in tv, nei giornali o sui muri campagne che spiegavano come iscriversi alle liste aggiunte. Le orecchie dovrebbero però fischiare soprattutto a chi vuole amministrare anche tutti questi nuovi cittadini. Quanti candidati si sono rivolti direttamente, ad esempio, ai romeni? Quanti hanno parlato anche di loro nei programmi, capitolo “sicurezza” a parte?
“I politici in gara, che trattano in chiave ideologica la presenza degli stranieri, non sono stati certo di aiuto. La sinistra li vede come sfruttati, la destra come pericolo alla sicurezza. Ma sembrerebbe che nè agli uni, nè agli altri interessino le loro reali esigenze” commenta Cehan. Strano che la campagna elettorale, che sa essere estremamente invasiva con gli italiani, non bussi alla porta dei loro vicini di casa.
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Gli iscritti Comune per Comune (solo Regioni a statuto ordinario)
Dati generali
Elvio Pasca