Roma – 29 marzo 2013 – Mancano ancora due mesi alle elezioni che cambieranno le amministrazioni di oltre settecento Comuni italiani, ma per i cittadini di Paesi dell’Unione europea che risiedono in quei comuni il tempo stringe: se vogliono andare alle urne dovranno iscriversi entro il 16 aprile alle liste elettorali aggiunte.
L’iscrizione è il supplemento di burocrazia chiesta ai romeni, ai polacchi e agli altri comunitari che vogliono partecipare alle elezioni, sia che scelgano di farlo solo in veste di elettori, sia che vogliano candidarsi alle cariche di consiglieri comunali o circoscrizionali. È un primo scoglio che qualche proposta di legge ha tentato invano di eliminare, ma che comunque negli anni è diventato meno difficile da superare, dal momento che molti Comuni hanno semplificato le procedure.
A Roma, per esempio, si accettano domande presentate di persona, per posta, via fax oppure online. Un passo avanti sono anche le lettere inviate dall’amministrazione nelle case dei residenti comunitari per invitarli ad iscriversi, e intanto molte associazioni sono impegnate per sensibilizzare le comunità, a cominciare quelle romena, che nella Capitale conta circa settantamila maggiorenni.
Qualche risultato si vede: se lo scorso autunno a Roma si contavano meno di mille iscritti alle liste, ad oggi i potenziali elettori sono settemilacinquecento. “Ed è un dato parziale, mancano ancora parte delle iscrizioni fatte attraverso i municipi, bisognerà aspettare almeno il 16 aprile per avere un quadro completo” spiegano a Stranieriinitalia.it dalla Direzione Servizi Elettorali di Piazza Guglielmo Marconi.
“La grande mobilitazione delle associazioni comincia a dare i primi frutti, i romeni dimenticano la politica della madrepatria e iniziano finalmente a farsi coinvolgere nella vita politica italiana. Mi auguro che ci siano anche dei romeni candidati alle elezioni” commenta Sorin Cehan, direttore del settimanale Gazeta Românească. “Siamo però ancora lontani da una partecipazione piena” .
I numeri restano, oggettivamente, molto bassi. Non solo a Roma, ma anche negli altri Comuni dove quest’anno si andrà alle urne. Solo per citare due dei più grandi, a Brescia le iscrizioni alle liste aggiunte sono solo 260 su oltre 3600 residenti comunitari, “non ci aspettiamo grandi variazioni prima delle elezioni” dicono dall’ufficio elettorale del comune lombardo, a Catania sono circa 200 su oltre duemila potenziali elettori.
Questa situazione è frutto di disinformazione e disinteresse, ma pure della scarsa attenzione della politica locale verso questi nuovi elettori. La campagna elettorale sta per entrare nella sua fase più infuocata, sarà capace di recuperare questo ritardo?
Elvio Pasca