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Comunità musulmana, inizia il Ramadan

Un mese di digiuno per purificare corpo e anima. Alemanno fa gli auguri ai fedeli di Roma

Roma – 1 settembre 2008 – Oggi inizia il Ramadan: per i musulmani i 30 giorni di preghiera e meditazione più importanti dell’anno. La sacralità del ramadan è sancita dal Corano, secondo il quale Maometto avrebbe ricevuto una rivelazione proprio nel nono mese del calendario lunare musulmano.

Gli occidentali lo identificano più spesso come il mese del digiuno. In realtà questo è solo uno degli aspetti del ramadan, che obbliga i fedeli (sani e adulti) ad astenersi da tutti i piaceri corporali, dunque cibo, bevande, fumo, sesso, per citarne alcuni. Ma la restrizione non riguarda l’intero arco delle 24 ore, si tratta di un divieto che concerne il periodo dall’alba al tramonto.

Fuori da questo lasso di tempo il digiuno viene interrotto. La tradizione vuole che si debba mangiare un dattero perché così faceva il Profeta. In alternativa si può bere un bicchiere d’acqua. E a seguire, fino alle prime luci del mattino, si può consumare tutto ciò che si mangia nel resto dell’anno. Al termine del ramadan, viene celebrato lo Id al-fitr – "festa della interruzione (del digiuno)", detta anche la "festa piccola" (id al-saghir).

Seguire le regole del ramadan è di fondamentale importanza per dimostrare la devozione per Allah e il proprio spirito di sacrificio. Ne sono esentati i bambini, gli anziani e le donne che allattano. I praticanti impossibilitati a digiunare per motivi seri, come la malattia o il viaggio ad esempio, possono anche non osservare il digiuno, ma appena possibile dovranno recuperare questo mese. Alla base di queste regole c’è l’idea di purificazione: dalle cose materiali, corrotte e causa di corruzione del corpo e dell’anima.

Il Ramadan non passa inosservato in Italia, dove – secondo stime del Dossier Caritas basato sui paesi di provenienza degli immigrati – all’inizio del 2007 la comunità di musulmani contava oltre un milione e 200mila fedeli. A loro si aggiungerebbero circa 10mila italiani. In questo periodo molti immigrati tornano nel paese d’origine per vivere appieno l’atmosfera del ramadan. Ma anche chi è rimasto qua si impegna a rispettarlo.

Ieri sera la comunità musulmana milanese si è riunita nella moschea di viale Jenner, al centro di numerose polemiche nei mesi scorsi fino alla decisione di limitarne l’attività, per l’inizio del Ramadan. Per questo mese il comune ha messo a disposizione una tensostruttura del teatro Ciak in viale Procaccini. “La struttura è stata messa a disposizione dal primo settembre, giorno di inizio del Ramadan, ma nella nostra tradizione già dalla sera prima si comincia la preghiera – ha precisato il portavoce e direttore del centro islamico Abdel Hamid Shaari – Non c’è stato quindi nessun intento di sfida, non abbiamo voluto infrangere alcun accordo: viale Procaccini questa sera era chiuso e noi dovevamo pregare, per questo ci siamo ritrovati in viale Jenner”.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha rivolto ai musulmani della Capitale i suoi auguri facendo anche una richiesta. "Intendo fare i miei migliori auguri alla comunità islamica, per il mese sacro di Ramadan: so che questo mese è per i musulmani dedicato a Dio attraverso la pratica del digiuno, ma è anche caratterizzato da uno spirito gioioso e di festa. Auguro sinceramente ai musulmani romani e alle loro famiglie che questo mese sacro trascorra all’insegna della pace e della gioia".

"Spesso purtroppo – ricorda Alemanno – il Ramadan è stato a tradimento strumentalizzato per atti indegni di terrorismo, atti che non esito a definire sacrileghi, e che davvero mi auguro non si verifichino mai più. Mi sento anche di chiedere ai musulmani che vivono nella nostra città, attraverso la loro autentica pratica religiosa di essere esempio per tutti i musulmani del mondo e per tutti i cittadini di Roma di come il dialogo e la conoscenza reciproca fra le tradizioni e le culture, nel rispetto delle identità, costituisca un valore e un arricchimento per tutta la società. E soprattutto una tappa fondamentale nel processo di distensione e pace".

"Il Ramadan – continua il sindaco – sarà l’occasione per me e la giunta di incontrare la comunità islamica romana, che so numerosa e composta, oltre che da italiani, da cittadini provenienti dai più diversi paesi dell’Africa e dell’Asia. Lo scenario internazionale impone oggi più che mai a Roma il ruolo di città simbolo dell’incontro, della reciprocità, e del rispetto delle tradizioni e delle identità, anche in virtù della sua plurimillenaria storia e del ruolo che riveste nel Mediterraneo".

"I musulmani della Capitale – conclude Alemanno – hanno il compito importante di fornire un esempio a tutto il mondo di come la convivenza pacifica fra tradizioni religiose e culturali diverse, quando vissute autenticamente e nel rispetto delle identità, sia la sola strada percorribile – conclude Alemanno – verso una integrazione arricchita e una più matura civiltà".

Antonia Ilinova

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