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Condannati due finanzieri per la strage del barcone a Crotone nel 2020

Roma, 27 maggio 2024 – Si è concluso con due condanne e due proscioglimenti il processo nei confronti dei quattro militari della Guardia di Finanza imputati per la morte di quattro migranti, deceduti a seguito dell’esplosione di un’imbarcazione il 30 agosto 2020 nelle acque antistanti Praialonga, nel Crotonese. La sentenza, emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Crotone, Elvezia Cordasco, ha seguito un procedimento con rito abbreviato.

Migranti, condannati due finanzieri per il naufragio a Crotone

Il capitano Vincenzo Barbangelo, all’epoca comandante della sezione operativa navale di Crotone, e il maresciallo Andrea Novelli, comandante della motovedetta V817, sono stati condannati a due anni di reclusione ciascuno, con sospensione della pena. Le condanne riguardano i reati di naufragio e omicidio colposo plurimo. Entrambi erano intervenuti nel soccorso dell’imbarcazione dei migranti. I finanzieri Maurizio Giunta e Giovanni Frisella, invece, sono stati prosciolti. Erano saliti a bordo dell’imbarcazione per governarla e condurla in porto. In questo caso, però, la richiesta del pm di rinviare a giudizio Giunta per omicidio colposo plurimo, escludendo il naufragio, e di prosciogliere Frisella, non è stata accolta.

L’esplosione della barca Heaven avvenne mentre i finanzieri stavano conducendo l’imbarcazione a Crotone. A bordo c’erano 20 migranti, e l’operazione era stata presa in carico dalla Guardia di Finanza dopo l’intercettazione da parte della Guardia Costiera di Catanzaro Lido. Purtroppo, quattro persone persero la vita: Omar Ali Osman, Abdirahman Nur Abdullahi e due non identificate. Secondo le accuse, i quattro finanzieri avrebbero peccato di negligenza, imprudenza e imperizia. E le morti potevano essere evitate se le persone a bordo fossero state trasbordate sulle unità navali delle forze dell’ordine.

Nonostante l’accaduto e nonostante le ferite riportate, i due finanzieri a bordo della nave esplosa salvarono diverse persone cadute in mare. E lo stesso fece il comandante Novelli, che si tuffò dalla motovedetta per soccorrere i migranti. Proprio per questo inizialmente vennero considerati eroi, ma subito dopo poi furono indiziati di delitto. La sentenza chiude quindi un capitolo doloroso. Lascia aperti, però, molti interrogativi sulle dinamiche dei soccorsi e sulle misure necessarie per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte in simili operazioni.

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