Ma le Regioni di centrodestra votano contro. Il ddl Amato-Ferrero e gli enti locali
ROMA – La Riforma dell’Immigrazione passa la sua prima prova.
Ieri Regioni, Province e Comuni hanno espresso in Conferenza Unificata parere favorevole a maggioranza. Fuori dal coro con un parere negativo, come ci si aspettava, sono però rimaste tutte le regioni amministrate dal centro-destra: Lombardia, Veneto, Sicilia e Molise.
Ora il testo torna al governo, per un secondo passaggio in consiglio dei ministri previsto per la prossima settimana e il via libera definitivo (un atto poco più che formale). Poi inizierà l’iter Parlamentare del ddl delega che, una volta approvato da Camera e Senato, incaricherà il governo di riscrivere buona parte della legge che regola la vita degli stranieri in Italia.
Quello di ieri è stato un passaggio importante, perché gli enti locali sono coinvolti direttamente dalla riforma nel governo dell’immigrazione. Partecipano, ad esempio, alla definizione delle quote d’ingresso, e possono anche proporsi come sponsor per portare in Italia stranieri in cerca di lavoro.
I comuni sono inoltre candidati a gestire i rinnovi dei permessi di soggiorno. Inizieranno con una semplice attività di sportello, accettando le domande e rilasciando i documenti rinnovati, ma dopo una fase transitoria dovrebbero passare anche a gestire tutta l’attività di back office.
La Amato-Ferrero prevede inoltre l’elettorato attivo e passivo alle amministrative per i "soggiornanti di lungo periodo", cioè i cittadini extracomunitari regolarmente in Italia da almeno cinque anni. Un passaggio che però potrà essere applicato solo con la ratifica del capitolo C della Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica.
(15 giugno 2007)
Elvio Pasca