Roma – 11 settembre 2013 – Chi e, soprattutto, come darà voce agli immigrati nell’amministrazione di Roma, portando avanti proposte e proteste degli oltre duecentomila residenti stranieri? Domande che rimangono aperte, mentre si avvicina una scadenza che il Comune guidato da Ignazio Marino rischia di non rispettare.
Fino ad oggi la rappresentanza è stata assicurata dai consiglieri aggiunti, immigrati eletti dagli immigrati. Sono quattro in Campidoglio e diciannove nei Municipi, non hanno diritto di voto, ma possono partecipare a consigli e commissioni, prendere la parola, esprimere pareri, proporre delibere.
I primi furono eletti nel 2004, quando era sindaco Walter Veltroni. Gli immigrati tornarono alle urne nel 2006 e scelsero per il Campidoglio Madisson Bladimir Godoy Sanchez, Victor Emeka Okeadu, Romulo Salvador Sabio e Tetyana Kuzyk.
Questi quattro consiglieri sono rimasti in carica fino a oggi, perché una serie di proroghe ha impedito agli stranieri di Roma di tornare alle urne. Una scelta caldeggiata dalla maggioranza di centrodestra per risparmiare i soldi necessari a organizzare una nuova consultazione, mentre Alemanno e suoi si interrogavano sull’opportunità di mantenere questa forma di rappresentanza.
Ora la situazione dovrebbe sbloccarsi. E non solo perché nelle sue “linee programmatiche per il governo di Roma Capitale” Ignazio Marino si è impegnato a “favorire il protagonismo dei cittadini stranieri nell’Assemblea capitolina e nelle assemblee municipali e più diffusamente nella quotidiana pratica amministrativa”.
La figura dei consiglieri aggiunti, infatti, è stata confermata dal nuovo Statuto di Roma Capitale, in vigore dal 30 marzo scorso. L’articolo 20 dice che “le elezioni, disciplinate da apposito regolamento, si tengono, per ogni mandato, successivamente a quelle per il rinnovo degli organi di Roma Capitale e, comunque, entro lo stesso anno solare”.
Tra le disposizioni transitorie si legge che il “Regolamento per l’elezione dei Consiglieri Aggiunti che è sottoposto a revisione entro il 15 settembre 2013”. E che i consiglieri attualmente in carica cesseranno il loro mandato appena verranno eletti i nuovi e comunque “non oltre il 15 dicembre 2013” .
Mancano appena quattro giorni alla prima scadenza indicata dallo Statuto e siamo ancora in alto mare. Non solo il regolamento per l’elezione dei consiglieri aggiunti non è stato ancora revisionato, ma non è stata nemmeno istituita la commissione che dovrebbe farlo.
Le elezioni, quindi, si allontano e pochi scommettono che si riesca a organizzarle, come dice ancora lo Statuto, entro la fine di quest’anno. Fatto il regolamento, bisognerà infatti informare gli immigrati, raccogliere le candidature, prendersi il tempo necessario per la campagna elettorale e mettere in piedi tutta la macchina organizzativa con sezioni, schede elettorali, scrutatori ecc.
“Bisogna muoversi. Noi consiglieri in carica stiamo facendo ogni pressione possibile per far approvare il nuovo regolamento, abbiamo parlato con rappresentanti di tutti i gruppi, abbiamo incontrato il sindaco e il vicesindaco, ma si procede a rilento” denuncia Madisson Bladimir Godoy Sanchez, capogruppo dei consiglieri aggiunti.
“Anche se non può votare, – sottolinea Godoy – il consigliere aggiunto è una figura importantissima. È stato fino a oggi il vero mediatore, l’ammortizzatore culturale e sociale tra l'amministrazione e le comunità straniere. Gli immigrati ci chiedono di risolvere problemi di ogni tipo, e spesso facilitiamo anche in rapporti con le rappresentanze diplomatiche”.
Mezzi a disposizione? “Pochi, purtroppo. Facciamo i migliori progetti per l’integrazione – racconta il consigliere aggiunto – ma poi mancano i fondi per realizzarli e tutto si blocca. Servirebbe una commissione permanente sull’integrazione, sarebbe uno stimolo importante. E bisognerebbe rendere vincolante il nostro parere sulle questioni che riguardano gli immigrati”.
C’è insomma ancora molto da fare perché i consiglieri aggiunti possano lavorare bene. “È una figura che va potenziata. Intanto, però – sottolinea Godoy – è importante dare al più presto agli immigrati di Roma la possibilità di scegliere i loro nuovi rappresentanti”.
Elvio Pasca