Roma – 9 giugno 2011 – L’Europa è responsabile della morte di migliaia di migranti africani annegati mentre cercano di raggiungere le sue coste. Piuttosto che impedire gli arrivi, i governi dovrebbero impegnarsi di più nei salvataggi.
È l’accusa lanciata ieri da Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del consiglio d’Europa, organismo internazionale che riunisce 47 Paesi e ha il compito di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune, facendo riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
“La scorsa settimana – scrive Hammarberg – un’altra imbarcazione con a bordo migranti provenienti dalla Libia si è capovolta. Almeno 150 persone sono morte annegate, mentre altre sono state soccorse da pescherecci e dalla guardia costiera tunisina”.
“Nel mese di maggio, circa 600 persone hanno perso la vita in una simile tragedia. Dall’inizio dell’anno, altre imbarcazioni di migranti sarebbero scomparse e 1400 persone, o forse più, sarebbero decedute in analoghe condizioni” continua il Commissario.
Infine, il j’accuse: “Le istituzioni e i governi europei hanno responsabilità molto più grandi di quelle dimostrate finora. Il loro silenzio e la loro passività sono difficili da accettare. L’Europa incorre in un grave errore quando ritiene più importante impedire ai migranti di raggiungere le coste europee che salvare vite umane”.