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Consulta: incostituzionale l’aggravante di clandestinità

Via libera al reato, ma i giudici potrebbero far valere il “giustificato motivo”. Si attendono le sentenze con le motivazioni

Roma – 10 giugno 2010 – La Consulta ha bocciato l’aggravante di clandestinità, che dovrà quindi essere cancellata dal codice penale. Sì invece al reato di ingresso e soggiorno illegale, che  però i giudici di pace potrebbero non far valere se c’è un “giustificato motivo”.

Queste le decisioni adottate a maggioranza in Camera di consiglio tra ieri e stamattina, secondo un’anticipazione dell’agenzia Ansa. Per conoscerle nel dettaglio bisognerà però attendere che i relatori (i giudici costituzionali Gaetano Silvestri e Giuseppe Frigo) scrivano le sentenze con le motivazioni, quindi almeno una decina di giorni.

L’aggravante di clandestinità, introdotta nel 2008, prevede un terzo della pena in più per chi commette un reato mentre si trova irregolarmente in Italia. La Consulta avrebbe bocciato l’aggravante perché finirebbe per punire una seconda volta l’immigrato  già colpito dalle pene previste per il reato di clandestinità e perché l’aumento di pena sarebbe collegato esclusivamente a uno ‘status’ (essere irregolarmente in Italia) e non alla maggiore gravità del reato o alla maggiore pericolosità di chi lo ha commesso.

Sarebbero state  invece giudicate infondate le eccezioni di costituzionalità sul reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato., introdotto l’ano scorso dalla legge sulla sicurezza. Secondo indiscrezioni ci sarebbe però un’apertura: la Consulta potrebbe dire che tocca ai giudici valutare caso per caso se l’ingresso o il soggiorno illegale dell’immigrato è dovuto a un giustificato motivo, circostanza che non farebbe scattare il reato.

Elvio Pasca

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