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Corte Costituzionale blocca i ricorsi sulla aggravante della clandestinità

Inammissibile, secondo la Consulta, il ricorso presentato dal Tribunale di Livorno ROMA, 14 ottobre 2009 – La Corte Costituzionale blocca i ricorsi sulla aggravante della clandestinità, introdotta a maggio 2008.

Secondo i giudici della Consulta è inammissibile il ricorso presentato dal Tribunale di Livorno. Inoltre la Consulta ha disposto la restituzione atti di altri due ricorsi dei giudici di Ferrara e Latina.

La decisione e’ stata presa in una camera di consiglio della scorsa settimana e sarà contenuta in un’ordinanza che verrà depositata (probabilmente) la prossima settimana.

La legittimita’ dell’ aggravante della clandestinita’ – che prevede l’ aumento delle pene fino a un terzo per gli immigrati irregolari che delinquono – veniva ritenuta, negli ambienti della maggioranza di governo, un banco di prova anticipato anche per quanto riguarda la valutazione della Consulta sul reato di clandestinita’, introdotto la scorsa estate dal ddl sicurezza.

Secondo la Corte Costituzionale la questione sollevata dal Tribunale di Livorno sarebbe stata mal posta, non sufficientemente motivata sulla rilevanza; gli altri due ricorsi sono stati mandati indietro ai giudici di Ferrara e Latina perche’ valutino se, in seguito alla recente introduzione del reato di clandestinita’, sussistano ancora i requisiti per considerare rilevante la censura di legittimita’ delle nuove norme sull’immigrazione.

Sul reato di clandestinità la Corte e’ stata chiamata a pronunciarsi da una serie di ricorsi. Uno tra i primi a sollevare la questione di legittimità – ponendo il quesito della ragionevolezza della norma – è stato il giudice di Torino Alberto Polotti di Zumaglia, che ha accolto la richiesta della procura guidata da Giancarlo Caselli nel corso di un processo a un giardiniere egiziano irregolare. La Consulta, tuttavia, non ha ancora fissato la data della causa.

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