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Crescono le imprese degli immigrati, sono oltre 550 mila

Al 2011 a oggi sono aumentate del 21%, a trainare è il commercio. Cna: “Il lavoro autonomo e’, infatti, una delle migliori forme d’integrazione e per questo va favorito”

 

 

Roma – 18 luglio 2016 – Per la prima volta dopo quattro anni, nel 2015 il numero delle imprese in Italia ha smesso di calare, anche grazie al dinamico apporto dell’imprenditoria immigrata. É quanto emerge dalle anticipazioni del rapporto Immigrazione e Imprenditoria, curato dal Centro studi e ricerche Idos con il sostegno della Cna, di MoneyGram e di altre strutture professionali, in uscita in autunno.

Le imprese condotte da lavoratori nati all’estero sono ormai oltre 550mila, quasi un decimo di quelle registrate negli elenchi delle Camere di Commercio: il 9,1 % contro il 7,4 % del 2011. Dopo l’incremento di quasi 71mila unità tra il 2011 e il 2014 (+15,6%), anche il 2015 si e’ chiuso in positivo (+26mila, +5%), per un aumento complessivo che sfiora le 100mila unita’ (+21,3%).

Con oltre 20mila imprese in piu’ in un anno (+6,5% sul 2014) e un aumento di oltre 77mila dal 2011 (+30,3%), il settore dei servizi conferma il proprio ruolo di traino, coprendo l’80% della crescita complessiva (e il 60,4% di tutte le imprese registrate alla fine dell’anno). Al suo interno, sono il commercio (+12mila sul 2014, +6,6%), le attivita’ di alloggio e ristorazione (+3mila, +7,1%) e il comparto noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+2.500, +9,3%) – che si distingue anche per il maggiore incremento in termini relativi – ad evidenziarsi per gli aumenti piu’ rilevanti.

Piu’ problematico l’andamento dell’industria (meno di 3mila unita’ in piu’, +1,5%), e dell’edilizia in particolare, che mantiene un trend appena positivo (+1.000, +1%). Commercio e costruzioni si confermano i comparti prevalenti, ma l’edilizia cede il passo ai piu’ elevati ritmi di incremento segnati dalle attivita’ di alloggio e di ristorazione e da quelle dei servizi alle imprese. Marocco, Cina e Romania sono i paesi dai quali proviene il maggior numero di responsabili di imprese individuali, ma e’ il Bangladesh a distinguersi per l’incremento piu’ sostenuto. Lombardia e Lazio, e al loro interno Milano e Roma, rimangono le aree dove sono maggiormente diffuse le attivita’.

“Il dinamismo imprenditoriale italiano ha contagiato anche gli immigrati. Non puo’ che far piacere a noi della Cna, che seguiamo da anni con attenzione questo fenomeno. I dati del rapporto Idos, al quale collaboriamo da tempo, dimostrano che la spinta degli immigrati all’avvio di nuove attivita’ e’ cresciuta anche nel 2015, incessantemente, perfino in settori maturi, dai quali gli imprenditori autoctoni si allontanano”. Lo ha dichiarato il presidente della Cna, Daniele Vaccarino. “Un segnale positivo, in termini di emersione dal sommerso, promozione socio-economica, integrazione. Il lavoro autonomo e’, infatti, una delle migliori forme d’integrazione e per questo va favorito, puntando su una estrema semplificazione che deve riguardare pero’ tutte le imprese italiane, quale che sia il luogo di nascita del titolare”.

“Siamo di fronte a un folto gruppo imprenditoriale che, se adeguatamente sostenuto, puo’ funzionare come un perno su cui innestare promettenti azioni di co-sviluppo”, e’ la riflessione del presidente di Idos, Ugo Melchionda. Per Massimo Canovi, vicepresidente di MoneyGram per il Sud Europa, “anche le esperienze meno strutturate possono innescare percorsi fruttuosi di crescita e di successo, come testimoniato dai numerosi imprenditori immigrati finalisti al MoneyGram Award, che si sono distinti per aver raggiunto risultati prestigiosi sul piano dell’innovazione e del profitto, ma anche dell’occupazione e della responsabilita’ sociale”.

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