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Crisi dei profughi. Juncker: “Sì a flessibilità per Paesi che fanno sforzi straordinari”

Il presidente della Commissione Europea: “Vedremo Paese per Paese, ma c’è chi non fa abbastanza”

 

 

Roma – 27 ottobre 2015 –  Valutando i bilanci dei Paesi Ue, Bruxelles applicherà regole meno severe se ci sono soldi spesi per l’emergenza profughi.

Il segnale che l’Italia stava aspettando per sbloccare 3,3 miliardi di euro (e tagliare l’Ires) è arrivato oggi dal presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker. “Il patto di stabilità e crescita sarà applicato – ha spiegato all’Europarlamento – tenendo conto degli sforzi straordinari dei paesi che ne fanno. Le regole contengono un margine di flessibilità che verrà utilizzato”. 

Juncker non ha parlato espressamente dell’Italia e ha detto che “tra i grandi paesi ce ne sono anche che non fanno abbastanza: solo chi dimostrerà di compiere sforzi avrà diritto alla flessibilità”. Però ha specificato che “siamo di fronte a una situazione eccezionale, e vedremo Paese per Paese in che misura si deve tener conto dei costi che comporta la gestione della crisi dei migranti”.

Riguardo ai profughi, Juncker ha ribadito che l’Ue “difenderà sempre i diritti dei rifugiati”, chi arriva però deve sapere che “ha anche dei doveri”.

“I migranti che arrivano in Europa – ha spiegato – devono sapere che se non si registrano non avranno diritti. Questo deve essere chiaro”. Un riferimento alla necessità di procedere alle identificazioni nel Paese Ue di primo ingresso, per dividere migranti irregolari da richiedenti asilo e applicare il regolamento di Dublino o far scattare eventuali relocation. 

 

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