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Croazia, più vicino l’ingresso nell’Ue

Europarlamento: “Bene riforme, adesione nel 2011”. Ma i cittadini croati non sembrano convinti

Roma – 17 febbraio 2011 – Si avvicina l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. Secondo una risoluzione approvata ieri a larghissima maggioranza dal’Europarlamento, i negoziati per l’adesione di potranno completare entro giugno se Zagabria continuerà con le riforme.

I deputati hanno riconosciuto l’impegno del governo croato nella lotta contro la corruzione, evidente ad esempio nei casi dei processi che vedono coinvolti due ex ministri ed un ex primo ministro, fenomeno che tuttavia "continua a costituire un grave problema generale". I deputati pertanto chiedono all’OLAF, l’ufficio europeo anti-frode, di "cooperare strettamente con le autorità croate, al fine di fare luce sulla potenziale corruzione secondaria che può essere generata all’interno delle istituzioni dell’UE".

Anche le riforme sul sistema giudiziario, secondo l’Europarlamento,  devono proseguire, in particolare continuando il perseguimento dei crimini di guerra e migliorando i programmi di protezione dei testimoni. Ci sono stati progressi anche sul ritorno in patria dei rifugiati, in particolare grazie a una diminuzione dell’ostilità verso i serbi che rientrano nel paese. Tuttavia, la risoluzione indica che i rifugiati devono avere la possibilità di ottenere un permesso di residenza permanente ed essere sostenuti da progetti di reinserimento, per permettere cosi a migliaia di serbi di fare ritorno.

C’è però un ostacolo forse più grande. Una recente ricerca di Eurobarometro sottolinea infatti che secondo la maggioranza dei croati l’adesione all’UE non sarebbe vantaggiosa. La risoluzione chiede quindi al governo e alla società civile di mobilitarsi "affinché i croati comprendano che il progetto europeo appartiene anche a loro". L’adesione all’Unione sarà comunque sottoposta a referendum popolare.

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