"La Bossi-Fini contiene tali assurdità che si rinuncia a venire legalmente in Italia" ROMA, 28 aprile 2009 – "Dobbiamo totalmente ripensare le politiche dell’immigrazione, ripensare assieme il modo in cui l’Italia deve affrontare questa sfida".
Lo ha spiegato Massimo D’Alema parlando alla presentazione del libro di Livia Turco dal titolo ‘Il muretto’.
Secondo D’Alema, quella dell’immigrazione è "una sfida essenziale alla quale non ci possiamo sottrarre", ma "in Italia si è affrontata in modo da avere molti svantaggi e poche opportunità".
Il presidente di ItalianiEuropei ha fatto l’esempio concreto degli Stati Uniti: "l’esempio che viene da li’ è quello di una società aperta. Obama, che è figlio di un immigrato di seconda generazione, da noi dovrebbe chiedere il permesso di soggiorno mentre li’ è diventato presidente. C’è una grande superiorità della società americana in questo perchè una società aperta attira talenti mentre una società chiusa attira clandestini".
D’Alema ha invece additato la Bossi-Fini: "contiene tali assurdità che si rinuncia a venire legalmente in Italia. Il disperato, che non è quello che va all’ambasciata a chiedere il permesso e si trova di fronte alle assurdità della legge, va direttamente dal racket che lo scarica sulle spiagge italiane. Ma se vogliamo attirare immigrazione di qualità dobbiamo allargare le maglie dell’immigrazione legale perchè questo ci aiuterà a combattere l’immigrazione clandestina".
Secondo D’Alema, altro punto essenziale è quello dei diritti: "dobbiamo offrire uguaglianza di diritti, quelli politici su tutti". Per questo, "bisogna aprire un dibattito coraggioso: ci vuole una procedura più rapida per il riconoscimento della cittadinanza italiana, ci vuole il voto alle amministrative di cui con coraggio aveva parlato Fini anni fa ma poi non si fece nulla".
In tutti i casi, ha sottolineato D’Alema, "bisogna difendere con decisione la legalità. Fermezza ma pienezza di diritti, opportunità, integrazione politica come condizione per avere dei cittadini qui con noi".