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Dall’Ue 96 milioni a Italia per l’integrazione

71 milioni sono destinati per i rimpatri di irregolari BRUXELLES, 23 gennaio 2009 – La Commissione Europea ha stanziato 96 milioni di euro a favore dell’Italia nel quadro del programma pluriennale 2007-2013 relativo al Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi.

L’Italia ha ottenuto, oltre che fondi per i rimpatri degli immigrati irregolari (71 milioni), anche un aiuto comunitario per le politiche di integrazione. Il vicepresidente della Commissione Jacques Battot, responsabile del portafoglio Giustizia, Libertà e Sicurezza, ha espresso la sua soddisfazione per l’adozione del primo programma pluriennale di attuazione del Fondo europeo per l’integrazione: "Con il lancio di questo programma pluriennale – ha detto – l’Italia ha dato prova di impegno per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi".

L’Italia ha scelto di attuare tutte e quattro le priorità strategiche del Fondo: – mettere in pratica i "principi fondamentali comuni della politica di integrazione degli immigrati nell’Unione europea"; – sviluppare indicatori e metodi per misurare i progressi, adeguare politiche e misure e agevolare il coordinamento dell`apprendimento comparativo; – consolidare le capacità politiche e il coordinamento e migliorare le competenze interculturali negli Stati membri, ai vari livelli e nei vari settori dell`amministrazione; – scambiare con gli altri Stati membri esperienze, buone pratiche e informazioni sull’integrazione. Fra i progetti finanziati dai programmi annuali 2007 e 2008 in Italia figurano: programmi innovativi di integrazione, anche per i giovani e misure per migliorare l’accesso dei migranti al mercato del lavoro del paese di origine.

Il Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi, spiega la Commissione, è uno dei quattro strumenti finanziari del programma generale "Solidarietà e gestione dei flussi migratori" volto a promuovere l’equa ripartizione tra gli Stati membri delle responsabilità che derivano dall`introduzione della gestione integrata delle frontiere esterne e dall’attuazione di politiche comuni in materia d’asilo e d’immigrazione. Gli altri tre strumenti sono il Fondo per le frontiere esterne, il Fondo europeo per i rimpatri e il Fondo europeo per i rifugiati.

Il Fondo europeo per l’integrazione è l’espressione di un processo dinamico di adeguamento reciproco da parte di tutti gli immigrati e di tutti i residenti degli Stati membri. In concreto, sostiene l’impegno degli Stati membri: "permettendo ai cittadini di paesi terzi provenienti da contesti economici, culturali, religiosi, linguistici ed etnici diversi di soddisfare le condizioni di soggiorno e di integrarsi più facilmente nelle società europee; aumentandone la capacità di sviluppare e attuare strategie nazionali di integrazione in tutti gli aspetti della società. Il bilancio generale del Fondo per il periodo 2007-2013 è pari a 825 milioni di euro. Molti paesi (come Gran Bretagna, Malta, Polonia, Repubblica Ceca) in questa tornata di finanziamenti hanno chiesto ed ottenuto soldi sia per i rimpatri sia per le politiche di integrazione.

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