Dopo la vittoria al festival di Berlino il regista Gianfranco Rosi rilancia la proposta di premiare gli abitanti dell’isola. “Sono un popolo di pescatori, accolgono tutto quel che viene dal mare
Roma – 22 febbraio 2016 – Il premio Nobel per la pace agli abitanti di Lampedusa e Lesbo. “Sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo”.
È la proposta rilanciata oggi dal regista Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino con Fuocoammare. Il suo film documentario racconta Lampedusa, tra la vita degli isolani e i drammi e le speranze di chi attraversa il Mediterraneo sui barconi per cercare una nuova vita in Europa.
“I lampedusani – scrive oggi Rosi su Repubblica – in questi vent’anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi. Ho vissuto lì un anno e non ho mai sentito da nessuno parole di astio e paura nei confronti degli sbarchi”.
“L’accoglienza – aggiunge il regista – è la prima cosa che ho imparato dai lampedusani. La loro generosità mi ha stupito, ma il dottor Bartolo (responsabile del poliambulatorio dell’isola ndr), che è stata la mia guida, mi ha spiegato che loro sono un popolo di pescatori e per questo accolgono tutto quel che viene dal mare. Dobbiamo assorbire anche noi l’anima dei pescatori”.
L’Orso d’Oro, affidato da Rosi proprio a Pietro Bartolo, intanto è in viaggio per Lampedusa. “Lo dedico alla mia isola, alla mia gente, ma anche – ha detto il medico – a tutti quelli che non ce l’hanno fatta“