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Ddl sicurezza: il governo autorizza la fiducia

Sì del consiglio dei  ministri per blindare il testo. Il Pd: "Ferita la Costituzione", i vescovi: "Grave errore" Roma – 6 maggio 2009 – Il governo blinda il ddl sicurezza autorizzando il ricorso alla questione di fiducia. Un modo per scongiurare ulteriori capitomboli per i voti contrari di parte della stessa maggioranza.

La decisione è stata presa stamattina durante un consiglio dei ministri. "Ancora non sappiamo se e quando porremo la fiducia al ddl sicurezza, ma abbiamo autorizzato il governo a porla nel caso in cui lo ritenesse necessario", ha spiegato al termine della riunione il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito.

La fiducia potrà essere posta su tre filoni del ddl sicurezza: immigrazione, sicurezza e criminalità comune, condensati in altrettanti maximendamenti. Proprio in attesa della decisione del governo, stamattina la maggioranza aveva fatto slittare nuovamente le votazioni sul ddl,invertendo l’ordine del giorno tra le proteste dell’opposizione.

Uscendo dal Consiglio dei ministri, Roberto Maroni ha detto che “il testo prima si approva, meglio è”. "Chiederemo – ha spiegato il titolare del Viminale – che il ddl sia posto in votazione subito. Il prima possibile. C’e’ il testo che e’ uscito dalla commissione con qualche modifica. Ora lo valuteremo".

Secondo Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, la decisione del governo ”è una ferita molto grave alla Costituzione”. ”Non ne ho le prove – spiega Soro – ma si sarebbe verificato uno scambio nella maggioranza per favorire questo brutto disegno di legge sulla sicurezza per un altro sulle intercettazioni. Se si verificasse sarebbe una doppia sfiducia nei confronti del Parlamento”.

Critica oggi il ricorso alla fiducia anche un editoriale dell’Avvenire.

Secondo il giornale dei vescovi italiani, “quest’irrigidimento e quest’accelerazione dell’iter sarebbero un grave errore. In grado di rivaleggiare con quello che si potrebbe considerare il peccato d’origine del ddl. Un sistema di norme che tende a proporre allo straniero immigrato in Italia una sorta di percorso a ostacoli da superare per restare in questo Paese piuttosto che regole chiare verso un’integrazione da ricercare per convenienza e per convinzione”.

EP

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