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Ddl sicurezza. Il Pdl si spacca: “Norme inaccettabili”

Cento deputati della maggioranza chiedono di modificare il testo: "No alle denunce negli ospedali e nelle scuole"

Roma – 18 marzo 2009 – Ora le critiche arrivano anche dai banchi della maggioranza: il ddl sicurezza va corretto, sull’immigrazione contiene “norme inaccettabili” contrarie ai "più elementari diritti umani". Lo scrivono 100 deputati del Popolo delle Libertà in una lettera a Silvio Berlusconi, nella quale chiedono al premier di non porre la fiducia sul provvedimento.

"Ti chiediamo -si legge nella lettera diffusa da Alessandra Mussolini – di  non porre la fiducia sul disegno di legge 2180. In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di  indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu,  quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada  contro i più elementari diritti umani e in particolare dell’infanzia  e della maternità".       

"Si sostiene che questo ddl non obblighi il medico a denunciare  l’immigrato clandestino che si presenti per essere curato ai posti di  pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di vaccinazione. Non è così. Anzi -scrivono i firmatari della lettera- l’obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi  pubblici".  

"Infatti -viene rilevato nella lettera-  l’introduzione in sede penale del reato di clandestinità, come  previsto dal ddl sicurezza, impone a medici e insegnanti l’obbligo di  denuncia, così che il loro comportamento non ricada sotto i rigori  degli articoli 361 e 362 del Codice penale, trattanti il reato di  omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di  pubblico servizio".      

"Sarebbe -prosegue la lettera- una vera e propria trappola per  bambini, da attirare con l’obbligo dell’istruzione, così da  individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o  dell’educatore. Il risultato sarebbe l’esclusione da qualsiasi  rapporto educativo e da qualsiasi cura medica soprattutto di bambini e donne in gravidanza, con conseguente rischio sanitario non solo per  loro ma per tutti noi, e un regresso spaventoso in fatto di civiltà  del nostro Paese".      

"Tutto questo -conclude la lettera- va contro la nostra e  crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste  gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile. Ti chiediamo  di dare la possibilità a noi parlamentari di rimettere mano a queste  norme offensive per i valori che anche tu professi".

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