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Ddl sicurezza. Nessuna modifica, regolarizzazione bocciata

Non passano emendamenti in Commissione. Il Pd  voleva dare un permesso alle badanti clandestine

Roma – 25 giugno 2009 – Nessuna modifica al ddl sicurezza, che viaggia ormai spedito verso l’approvazione finale con reato di clandestinità, tasse su soggiorno e cittadinanza, permessi a punti  e  tutte le altre novità per i cittadini stranieri che vivono in Italia.

Ieri le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato hanno lavorato fino a sera per terminare la discussione e il voto sugli emendamenti, e il testo è ora pronto per l’arrivo in aula, fissato per martedì. I voti della maggioranza hanno bocciato tutte le proposte di modifica presentate dal centrosinistra, copione che con ogni probabilità di ripeterà la prossima settimana.

Tra gli emendamenti bocciati ci sono anche quelli  firmati da Emanuela Baio, del Pd, che avrebbero dato una chance alle badanti senza permesso di soggiorno. La senatrice proponeva infatti di dare tre mesi di tempo per mettersi in regola a chi “svolge attività di cura e di assistenza presso una famiglia” e viene denunciato per il reato di immigrazione clandestina.

"Si poteva compiere un primo passo verso la legalità, ma nonostante l’evidenza dei dati e l’importanza anche economica che la regolarizzazione delle badanti avrebbe comportato, la maggioranza preferisce il lavoro nero" ha commentato Emanuela Baio. ”A pagare le spese dell’incapacità di leggere la realtà sono sia le badanti, sia le famiglie italiane – ha aggiunto la senatrice del PD – infatti chi ha in casa una collaboratrice familiare rischia l’arresto da 6 mesi a 3 anni e una multa di 5mila euro".

Lo stop alla regolarizzazione è contestato però anche dai banchi della maggioranza. Il deputato Pdl Benedetto Della Vedova definisce infatti un errore non varare, insieme alle norme più severe previste dal ddl sicurezza, "piano di regolarizzazione degli immigrati che lavorano in Italia". Secondo Della Vedova sarebbe "irragionevole" colpire le badanti e i loro datori di lavoro, col rischio che la legge "non verrebbe applicata".

Elvio Pasca

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