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Decreti sicurezza, la Lombardia si schiera con Salvini e dice no alla cancellazione

Roma, 2 dicembre 2020 – La Lombardia non vuole cancellare i decreti sicurezza di Matteo Salvini. O meglio, non accetta nemmeno le loro modifiche, visto che tecnicamente non sono stati eliminati. In ogni caso, tramite la voce del suo assessore alla sicurezza Riccardo De Corato, ha espresso il disaccordo totale rispetto al nuovo decreto sicurezza, il disegno di legge che ieri ha superato la questione di fiducia alla Camera e che, se verrà confermato dal Senato, diventerà presto legge.

Decreti sicurezza, la Lombardia si schiera dalla parte di Salvini

Nei giorni scorsi durane la riunione della Commissione ho espresso il parere contrario della regione Lombardia, condiviso anche da Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia al nuovo decreto sicurezza che cancella i decreti Salvini. Parere che ribadirò durante un’altra seduta della Commissione”, ha dichiarato l’assessore De Corato. “Gli effetti di questo provvedimento in un momento già tanto difficile per gli italiani, ricadranno a livello sociale, economico e sanitario, esclusivamente sulla popolazione. Con le modifiche previste, diventa impossibile il rimpatrio degli immigrati che giungono in Italia. Ed è ripristinato il soggiorno per motivi umanitari al quale si aggiungono nuovi permessi come, ad esempio, quello per motivi climatici.

Questo provvedimento riforma, inoltre, anche il sistema di accoglienza, ripristinando la possibilità di ospitare i richiedenti asilo. Ciò comporta, visto che nel decreto è prevista la clausola di invarianza finanziaria, che per sostenere l’aumento dei costi, verranno di conseguenza sottratte risorse ai rimpatri ed espulsioni. Insomma effetti devastanti dopo la cancellazione dei decreti ‘Salvini'”, ha aggiunto poi.

De Corato: “Per sostenere l’aumento dei costi verranno sottratte risorse ai rimpatri”

Secondo De Corato, quindi, modificarli sarebbe un grosso errore. “A questo si aggiungono gli ampliamenti ad alcune forme di permesso di soggiorno, come quella per le cure mediche. Si tratta di un permesso grazie al quale l’immigrato potrà rimanere in Italia in caso di problemi di salute. Non sarà più richiesta la presenza di ‘condizioni di salute di particolare gravità’. Bensì di ‘gravi condizioni di salute psico-fisiche o derivanti da gravi patologie'”, ha rimarcato in conclusione l’assessore.

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