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Decreto Flussi. Forlani (Lavoro): “Quest’anno non serve”

Dal ministero parere negativo su nuove quote d’ingresso. “Ci sono già troppi disoccupati stranieri in Italia che rischiano di perdere il permesso di soggiorno. Chi ha bisogno di lavoratori, assuma loro”

 

Roma – 24 novembre 2011  –  “Troppa disoccupazione, anche tra gli immigrati. Inutile far arrivare dall’estero altri lavoratori”. Natale Forlani, direttore immigrazione del ministero del Lavoro, giustifica quella che, per molti, sarà una doccia fredda: “Escludo che quest’anno possa esserci un decreto flussi”.

Un giudizio pesante, se si considera che proprio la Direzione Immigrazione monitora l’andamento del mercato del lavoro e stima i fabbisogni di manodopera straniera, dando il contributo tecnico più importante nella definizione delle quote di ingresso annuale. L’anno scorso diede il via libera a quasi centomila ingressi, quest’anno ritiene che non si debbano riaprire le frontiere.

“Il nostro parere è negativo perché in Italia ci sono già 280 mila disoccupati immigrati, la metà dei quali percepisce forme di sostegno al reddito. Bisogna prima di tutto dare a queste persone la possibilità di ritrovare un lavoro, altrimenti, scaduto il permesso di soggiorno, diventeranno irregolari” dice Forlani a Stranieriinitalia.it.

Ma chi garantisce che imprese e famiglie vogliano proprio quei lavoratori?  “In base alle nostre rilevazioni, i disoccupati stranieri sono distribuiti in maniera abbastanza omogenea sul territorio e tra i diversi settori. Quindi possono rispondere a un eventuale fabbisogno. Riteniamo che per ora dall’estero debbano arrivare solo lavoratori altamente qualificati, lavoratori stagionali e lavoratori che hanno partecipato a programmi di formazione in patria”.

Senza contare i clandestini, per i quali il decreto flussi potrebbe essere l’occasione per regolarizzarsi, chissà come la prenderanno i Paesi che hanno stretto con l’Italia accordi sull’immigrazione. Quote riservate di ingressi regolari sono infatti la contropartita principale per l’impegno nel contrastare i flussi irregolari. “Da quei Paesi possono esserci ingressi di lavoratori molto qualificati o formati in patria. Del resto,  anche tra i disoccupati ci sono tanti cittadini dei Paesi che hanno accordi con noi” ribatte il direttore dell’Immigrazione.

Giochi chiusi, quindi? Forse no.  “Il nostro – ribadisce Forlani – è un parere tecnico.  Intanto, però, è arrivato un nuovo governo e potrebbe fare valutazioni politiche diverse sull’opportunità di un decreto flussi” .

Elvio Pasca

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