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Nuovo decreto flussi, cosa cambia: programmazione pluriennale e 452mila arrivi in tre anni

Roma, 7 luglio 2023 – Dopo le numerose richieste arrivate dai vari settori dell’economia, il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo decreto flussi. Il testo prevede l’arrivo immediato di 40.000 lavoratori stranieri, che si aggiungono agli 82.000 già previsti dal precedente decreto pubblicato all’inizio dell’anno. In questo modo si punta a soddisfare, almeno in parte, le 240.000 domande presentate durante il “click-day” dello scorso marzo, di cui la maggioranza è ancora in attesa di risposta.

Decreto Flussi, tutte le novità

“Dando seguito all’analisi dei fabbisogni delle realtà produttive del Paese emersi nel confronto con le associazioni datoriali e sindacali, si introduce la logica incrementale delle quote e si riduce in modo progressivo il divario tra flussi di ingresso e fabbisogni del mercato del lavoro, in modo coerente con la capacità di accoglienza e d’inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali”, ha spiegato il governo. Ciò che rende il nuovo decreto flussi una svolta significativa è la sua programmazione triennale, che permetterà una pianificazione più accurata e la possibilità di formare i lavoratori nei loro Paesi di origine. Non si tratta più, quindi, di misure transitorie, ma di un impegno a lungo termine per affrontare le esigenze di manodopera dell’economia italiana. Un approccio, questo, che fornirà stabilità e continuità alle imprese e agli operatori economici, oltre a creare opportunità per lo sviluppo di competenze specifiche.

Il decreto flussi, inoltre, prevede aperture a nuovi settori, oltre a quelli tradizionalmente interessati. Le aziende, infatti, potranno richiedere lavoratori qualificati come idraulici, elettricisti, autisti di autobus, assistenti sociosanitari, addetti alle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale. Sarà poi dato spazio alle richieste nel settore dell’assistenza e della cura familiare. Riaprendo, così, opportunità di lavoro in un settore cruciale per molte famiglie italiane.

Mentre l’agricoltura e il turismo continuano ad essere ambiti di particolare interesse, con l’apertura di porte per lavoratori stagionali, badanti edili e lavoratori del settore turistico-alberghiero, il decreto flussi si propone anche di favorire accordi con i Paesi di origine o di transito. Questi accordi consentirebbero di riservare quote di ingresso per gli immigrati provenienti da tali Paesi. E’ un incentivo per facilitare la migrazione regolare e contrastare quella irregolare. Ciò che bisognerà fare, sarà richiedere nullaosta per lavoro stagionale, anche pluriennale. Le istanze, poi, saranno presentate dalle organizzazioni di lavoro maggiormente rappresentative a livello nazionale. “Organizzazioni che assumeranno l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori fino alla effettiva sottoscrizione dei contratti di lavoro. Comprese le comunicazioni obbligatorie”, ha sottolineato il governo.

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