Roma – 31 maggio 2011 – Il decreto legge sulle espulsioni è ancora al vaglio del governo, che dopo il primo esame del 19 maggio, stamattina ha continuato a discuterlo in Consiglio dei Ministri, senza però arrivare all’approvazione di un testo definitivo.
“Il Consiglio – spiega un comunicato di Palazzo Chigi – ha proseguito l’esame del provvedimento che dispone la completa attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e loro familiari, nonche’ il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini stranieri in posizione irregolare”. Tutto rimandato, quindi.
Con il decreto il governo vuole salvare innanzitutto il meccanismo delle espulsioni degli extracomunitari che ormai fa acqua dopo l’entrata in vigore, lo scorso Natale, della direttiva ue sui rimpatri.
Proprio rifacendosi alla direttiva 2008/115/CE, qualche settimana fa la corte ue ha stabilito che non si può più incarcerare chi viene sorpreso di nuovo in Italia dopo aver ricevuto un foglio di via. Una linea già applicata, anche prima della sentenza, da diverse procure e tribunali italiani.
La direttiva prevede anche che si ricorra innanzitutto all’allontanamento volontario, circoscrivendo accompagnamenti alla frontiera e trattenimenti nei Cie solo a casi eccezionali. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha però già annunciato che con il decreto legge il governo proverà a “ribaltare il principio: la regola e’ l’espulsione coattiva e l’eccezione è il semplice foglio di via”.
Per quanto riguarda i cittadini Ue, l’esecutivo non ha mai fatto mistero di voler superare il meccanismo attuale, che prevede solo un invito ad andarsene per chi non ha i requisiti per rimanere in Italia. Un ddl del governo, fermo in Parlamento, prevede ad esempio di accompagnare con la forza alla frontiera chi non accetta quell’invito.
In realtà è da gennaio che il governo annuncia contromisure rispetto alla direttiva rimpatri, e da ancora propone di rivedere le espulsioni dei comunitari. Proprio la lunga gestazione del decreto legge può dare però un’idea di quanto sia difficile far viaggiare i desiderata di Maroni & co sui binari tracciati dall’Unione Europea.
Elvio Pasca