Dieci anni fa, di fronte alle prime stime sul numero di migranti inghiottiti dal Mediterraneo, proponemmo che ogni Comune italiano facesse qualcosa per ricordarli. Era solo l’inizio di una strage per la quale finora si contano quasi ventimila vittime. Ripubblichiamo quell’appello, ritenendolo ancora più tragicamente attuale.
Roma – 17 luglio 2003 – Dal 1996 ad oggi sono quasi 1.000 gli uomini, le donne ed i bambini annegati mentre tentavano di raggiungere le coste delle bella e ricca Italia.
Questi sono i dati ufficiali, ma tutti sappiamo che danno conto soltanto di una piccola parte delle tragedie che si sono consumate al largo delle nostre coste o nei container trasportati per mare e per terra dai mercanti di uomini. Allo stesso modo di come i clandestini intercettati dalle forze dell'ordine sono soltanto una piccola parte di quelli che giungono ogni anno in Italia.
Se fossero riusciti a varcare la frontiera, buona parte di questi uomini e di queste donne oggi avrebbero un regolare lavoro ed un conseguente permesso di soggiorno.
Alcuni, addirittura, avrebbero già avuto la cittadinanza italiana!
Sono i caduti di una guerra per la sopravvivenza che, per fortuna, la maggior parte dei loro fratelli, compagni di viaggio, sono riusciti a vincere.
Ma a chi è caduto lungo la strada chi pensa più?
A quelle madri ed a quei padri, a quei figli, a quelle mogli ed a quei mariti che hanno visto partire il proprio amore carichi di speranza e a cui la cattiveria degli uomini ha portato via tutto, chi pensa più?
In ogni città italiana, grande o piccola, c'è una piazza con un monumento. E' la piazza ed il monumento al milite ignoto. Sono i monumenti che ricordano i padri, i figli ed i mariti senza nome strappati alla propria terra da guerre da altri decise ma da loro eroicamente combattute. Già oggi in Italia ci sono 2,5 milioni di cittadini stranieri, il 5% della popolazione. Il declino demografico e le immutabili regole dell'umanità lasciano poco spazio alla vecchia Italia.
La nuova Italia, l'Italia del futuro, sarà fatta per un quarto di nuovi italiani, di lingue, di religione, di cultura differenti ma tutti accomunati dall'amore per questa terra.
I loro militi ignoti sono lì seppelliti nel mediterraneo.
Anticipiamo i tempi ed iniziamo a ricordarli.
Ogni Comune dedichi una piazza ed un monumento (in mancanza d'altro ci accontenteremmo anche di una via) a questi nuovi italiani strappati alla loro nuova terra da una guerra non decisa da loro ma da loro eroicamente combattuta.
Gianluca Luciano
Editore di Stranieri in Italia