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Diocesi Piemonte, accolti fino ad ora 800 profughi

La Caritas: “Segno di carità e giustizia”

Roma, 10 maggio 2011 – Sono circa 800 i profughi giunti fino ad ora in Piemonte. Circa duecento cittadini tunisini con permesso di soggiorno temporaneo, migranti che in buona parte sono gia’ partiti per altre destinazioni nazionali ed internazionali. E poi un gruppo piu’ consistente formato principalmente da persone di origine africana con i requisiti per richiedere asilo o sostegno umanitario.

A fare il punto e’ Pierluigi Dovis, delegato regionale delle Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta, che riferisce in una nota come ”le Chiese piemontesi, in risposta agli appelli dei loro vescovi, hanno provveduto a reperire alcune risorse di accoglienza a breve, medio e lungo termine come concreto segno di carita’ e giustizia”.

”In questi giorni si sta passando alla fase operativa, verificando numeri e qualita’ delle disponibilita’ messe in campo in riferimento ai bisogni e alle necessita’ concrete delle persone immigrate”. Due le azioni di intervento principali: accoglienze di pronto intervento, caratterizzate dalla possibilita’ di accogliere gruppi medi di migranti provenienti dai centri di aggregazione del sud Italia per alcuni mesi; accoglienze di inserimento, ovvero luoghi in cui i migranti, inseriti in un progetto ad hoc, vengono trasferiti in piccoli gruppi per un tempo medio lungo, alla ricerca dell’inserimento lavorativo e abitativo definitivo. Il cammino dell’accoglienza sara’ dunque unitario per tutte le diciassette Chiese della regione, in stretto accordo tra Caritas e Pastorale dei Migranti.

”Un segno concreto – evidenzia Dovis – di comunione che portera’ una sola voce, un solo cuore, un solo modo di operare nel servizio”. E spiega che il coordinamento operativo della progettualita’ di inserimento sara’ centralizzato e affidato al tavolo regionale Non Solo Asilo, nato nel 2008 su iniziativa di Pastorale Migranti, mondo associazionistico e alcune Istituzioni.

Inoltre, Dovis anticipa che ”le varie disponibilita’ offerte anche da Parrocchie e famiglie verranno vagliate e su di esse verra’ formulata una proposta da verificare con chi offre disponibilita’, per valutarne i tempi, i modi, i costi (non necessariamente e’ richiesta l’assoluta gratuita’), gli impegni. La seconda accoglienza sara’ sempre inserita all’interno di un progetto che prevede adeguato tutoraggio dei soggetti”. Infine, l’invito alla Regione Piemonte di ”provvedere a coltivare il coordinamento appena partito, la sinergia e il coinvolgimento attivo degli Enti territoriali (Prefetture, Province, Comuni, etc.) ” perche’ ”solo un’assunzione allargata di responsabilita’ potra’ essere garanzia per lo svolgimento sereno della azione di accoglienza, certo complessa ed esposta a preoccupazione soprattutto da parte delle comunita’ locali”.

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