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Direttiva Ue. Governo: “Siamo in linea con l’Europa”

La maggioranza festeggia il voto all’Europarlamento. Il Pd si è astenuto, critiche da estrema sinistra, associazioni e Vaticano

Roma – 18 giugno 2008 – L’approvazione della direttiva europea sui rimpatri rimbalza in Italia e inevitabilmente trova eco nelle stanze della politiche, impegnate nel confronto sul pacchetto sicurezza

Per l’esecutivo guidato da Berlusconi, il voto di Strasburgo è un punto a favore. "E’ la buona notizia della giornata il fatto che l’Europa abbia approvato la direttiva per i rimpatri che contiene delle norme che noi abbiamo anticipato, come l’innalzamento dei mesi di detenzione nei Cpt e norme più stringenti e più controlli per i rimpatri” afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni, Che aggiunge: “Chiederò l’immediato recepimento”.

Secondo ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi, oggi è arrivata la riprova che “la linea della fermezza, improntata ai principi di legalità e solidarietà, adottata dall’Italia in tema di immigrazione sta ormai prevalendo in tutta Europa". E questi principi “verranno tanto più declinati nel corso dell’ormai prossima presidenza francese dell’Unione”.

Sulla stessa linea gli esponenti della maggioranza in Parlamento. "Fa piacere notare la perfetta sintonia dell’Italia con l’Unione europea e questo spinge maggioranza e governo a proseguire sulla linea della fermezza" afferma il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "Ora che le presunte cassandre della sinistra sono state smentite dal voto Ue, l’Europa rimarrà un parametro valido a cui far riferimento o gli animi più faziosi fingeranno di ignorarla?" chiede invece il presidente vicario dei deputati del Pdl Italo Bocchino.

Pd astenuto, la Sinistra attacca

“Ma Ronchi ha letto la direttiva?” ironizza invece Sandro Gozi, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione europea. “Il testa privilegia i  rimpatri volontari attraverso incentivi. Il governo italiano non può strumentalizzarla per giustificare l’ introduzione del reato di clandestinità. E’ significativo infatti che pur non vietandolo, non venga prevista esplicitamente l’incriminazione per ingresso illegale, né che questo tema sia minimamente preso in considerazione. Sono poi previste rigorose garanzie giurisdizionali per i trattenimenti nei Centri di permanenza, ben maggiori rispetto a quelle del ddl del governo”.

I deputati del Pd si sono astenuti durante il voto all’Europarlamento. Secondo i due capigruppo Gianni Pittella e Gianluca Susta, questa direttiva "rappresenta il primo tentativo di una politica europea contro l’immigrazione clandestina, anche se contiene ancora ambiguità e contraddizioni".
"In queste settimane ci siamo adoperati per presentare e sostenere vari emendamenti migliorativi del testo", rilevano i due eurodeputati, segnalando che questi "hanno ottenuto un significativo consenso in aula, ma non sufficiente per essere adottati".

"L’Europa diventa un grande carcere: decine, forse centinaia di migliaia di persone saranno rinchiuse nei Cpt per un anno e mezzo" denuncia invece Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione comunista/Sinistra europea secondo il quale “oggi è nata un’Europa senza anima". 
"Ha vinto l’Europa della diffidenza", chiosa Claudio Fava, eurodeputato del Pse e coordinatore di Sinistra Democratica, che aggiunge:  "Consola che una parte non residuale del Parlamento europeo si sia opposta fino alla fine a questa direttiva. Consola molto meno scoprire, tra chi si è astenuto, molti autorevoli rappresentanti del Pd: è l’onda lunga dell’opposizione di sua maestà, che in patria il Pd continua a praticare nei confronti di Berlusconi".

Critiche da associazionismo, perplesso il Vaticano


Molto critica sulla direttiva è Amnesty International: “Non garantisce – spiega in una nota l’associazione umanitaria – un ritorno sicuro e dignitoso degli immigrati, anzi, l’eccessiva detenzione che è stata prolungata a un anno e mezzo rischia di abbassare gli standard europei in materia di diritti umani”. "E’ difficile vedere il valore aggiunto del provvedimento che rischia invece di incentivare una detenzione prolungata", aggiunge Amnesty, secondo la quale il testo non offre nemmeno garanzie sufficienti per i minori non accompagnati.

Save the Children conferma l’allarme: “Nel testo della direttiva – dice l’ong – non vengono stabilite procedure adeguate per il rimpatrio dei minori stranieri non accompagnati che ne tutelino l’interesse, come sancito dalla Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia e dall’adolescenza. Inoltre, sia le famiglie con bambini che i minori non accompagnati irregolari possono essere trattenuti in custodia temporanea in attesa di essere rimpatriati".

Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, attacca la “direttiva della vergogna”, definendola  “un obbrobrio giuridico, uno strappo allo stato di diritto, che viola Trattati e Convenzioni internazionali (come la Convenzione per i diritti del fanciullo) e contrasta apertamente con la legislazione di paesi dell’Ue. Si è consumata oggi – conclude – una delle pagine più oscure nella storia di questo nostro Continente”.

Regolare i flussi migratori è legittimo, ma non si può farlo "con una tendenza al ribasso sui diritti umani" commenta invece mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio dei migranti. "Se l’Europa – dice il prelato – perde il suo ruolo di portabandiera dei diritti umani autentici con conseguente applicazione anche al suo interno, che le resterà nel consesso delle grandi potenze esistenti o emergenti? Il PIL le basta? Ad ogni modo, non si devono criminalizzare i migranti per il semplice fatto che sono migranti"

 

EP 

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