Proposta di legge per far votare circa un milione di residenti stranieri alle elezioni locali. "No taxation without representation"
New York – 3 aprile 2015 – Immigrati alle urne per scegliere sindaco e consiglieri della Grande Mela. È il piano al quale stanno lavorando i democratici del New York City Council e gli uffici del primo cittadino Bill De Blasio, un confronto dal quale dovrebbe presto uscire un progetto di legge.
Il testo concederebbe il diritto di voto alle elezioni municipali agli stranieri regolarmente residenti, una platea di circa un milione di nuovi elettori. Del resto, in alcune aree del popoloso sobborgo di Queens, addirittura la metà dei residenti non ha la cittadinanza americana.
Qualche altra città negli States già fa votare gli immigrati alle elezioni locali, ma quella di New York, proprio alla luce di quei numeri, sarebbe una vera rivoluzione. E potrebbe fare scuola: “Come va New York, così va il resto del mondo”, dice Daniel Dromm, il consigliere che più si sta battendo per la riforma.
II principio ribadito dai promotori è del resto vecchio quanto la rivoluzione americana: “No taxation without representation”. I residenti non cittadini, se resto, versano allo Stato di New York circa 18,2 miliardi di dollari in tasse, però non possono scegliere chi amministrerà quei soldi.
“Si può essere profondamente newyorkesi senza essere cittadini americani” ha detto Ronald Hayduk, professore di scienze politiche al Queens College e membro della Coalition to Expand Voting Rights. Ma il consigliere repubblicano Eric Ulrich ribatte: “Il diritto di voto è un privilegio e un sacro obbligo dei cittadini. Deve essere riservato agli americani”.
Un dibattito che, dall'altro lato dell'Atlantico, già conosciamo. Sono anni infatti che anche da noi si parla di diritto di voto per gli immigrati alle elezioni amministrative, ma le proposte presentate finora, compresa quella sottoscritta da centomila italiani per la campagna l’Italia sono Anch’io, sono rimaste sulla carta.
Stranieriinitalia.it