Brescia – 15 novembre 2013 – Per far votare gli immigrati alle elezioni comunali ci vorrebbe una legge nazionale, che ad oggi sembra tutt’altro che a portata di mano. A Brescia però i residenti stranieri potrebbero andare alle urne per eleggere i consigli di quartiere.
La proposta è stata lanciata due giorni fa dall'assessore alla partecipazione Marco Fenaroli, in occasione della presentazione del dossier statistico 2013 sull'immigrazione. Partendo da una domanda provocatoria: “Come fai a chiamare migrante una persona che è qui dal 1985?”.
“La nostra ipotesi – ha spiegato Fenaroli – è poter eleggere questi organismi la prossima primavera, con elezioni aperte a tutti i residenti e quindi anche agli immigrati. Un'idea chiara, che favorisce partecipazione di singoli e associazioni e va nella direzione della corresponsabilità. Ma questo sarà anche un percorso impegnativo, vista la crisi di rappresentanza in cui ci ritroviamo: noi stessi siamo stati eletti dal 58% del 60% degli aventi diritto”.
In Consiglio Comunale l’opposizione reagisce in ordine sparso.
“Non vogliamo fare barricate, una valutazione la si potrà fare” dice Mattia Margaroli (Pdl), secondo il quale però “il voto deve essere meritato e nella mia esperienza di presidente di circoscrizione non ho mai visto una sola proposta da parte degli immigrati”. “Non siamo contrari — spiega Laura Gamba del Movimento Cinque Stelle — in ogni caso ci attendiamo un testo aperto, sul quale poter dare il nostro contributo”.
Puntuale, quanto scontato, il no del Carroccio. “La Lega Nord è assolutamente contraria alla proposta di Fenaroli. Il diritto di voto deve essere il suggello di un percorso di integrazione e conoscenza delle nostre regole e modi di vivere” attacca il segretario cittadino Paolo Sabbadini. “Sicuramente – prevede – per i primi anni, il voto andrà ai partiti di Sinistra, ma non impiegheranno molto tempo ad organizzarsi con loro partiti ed avanzare pretese anche all’interno del Consiglio Comunale”.