Lampade tradizionali, candele, preghiere e festeggiamenti, per celebrare la vittoria del bene sul male
In India i festeggiamenti per Diwali – che generalmente cadono tra ottobre e novembre, ovvero nel mese indù di ashwayuja – durano cinque giorni. Le città e le case vengono illuminate da composizioni di candele e dalle diya, lampade di terracotta tradizionali. E ovviamente, alla festa delle luci non mancano spettacolari fuochi d’artificio. Seguono preghiere, danze e banchetti di pietanze tipiche come ad esempio lapsee, gujia, kheer, khari, puri, seera di mandorle, khoya laddu, mitha khaja, raita, chana dhal, shreekand.
Tutti si uniscono a familiari e amici, indossano i loro abiti di festa e i gioielli più preziosi, si scambiano doni e auguri, addobbano di luci le proprie abitazioni. Alcuni spendono molti soldi in giochi d’azzardo, nella convinzione che la dea del denaro farà loro avere più di quello che hanno investito. Per lo stesso motivo, quando pregano a casa, i fedeli mettono tutti i loro soldi e i gioielli d’oro in un unico posto, quello dedicato alla preghiera a Lakshmi puja, la dea del denaro, dell’abbondanza, della luce, del destino, della saggezza, della fortuna. Le luci servono anche per attirarla.
Al Dilawi sono legate diverse leggende e molte divinità, tra cui. Rama, il re che, dopo 14 anni di esilio, ritorna nel suo regno, Rada che sconfigge il demone Ravine, Krishna che uccide Narakasura, la dea Kali vittoriosa su Bakasura, Vishnu che ha la meglio sul tiranno Bali, ma soprattutto Lakshmi (moglie di Vishnu).
Il Diwali sarà festeggiato anche dalle comunità induiste, sikh e giainiste dell’Italia. Si tratta principalmente di immigrati provenienti dall’India, dal Bangladesh e dal Pakistan. A Roma le celebrazioni si terranno a Tempio sikh, in via Perazzeto 28.
Ecco le ricette di due dolci tradizionali per l’occasione:
– Khoya Laddu
– Kheer
Antonia Ilinova