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Dopo le minacce degli scafisti, la Guardia Costiera vuole essere armata

I rappresentanti dei militari: “Bisogna tutelare l'incolumità del personale impegnato a soccorre i migranti”. Toti (FI): “Risposte chiare dal governo”

Roma – 26 febbraio 2015 – Sale la tensione nel Canale di Sicilia e gli uomini della Guardia costiera impegnati ogni giorno a soccorrere i barconi dei profughi non si sentono più sicuri. Vorrebbero essere armati per difendersi dagli scafisti.

É quanto si legge in una delibera approvata ieri dal consiglio intermedio di rappresentanza presso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. L'organismo, che è una sorta di sindacato dei militari, ricorda di aver chiesto più volte lo status di forza di polizia per la Guardia Costiera e quindi “la conseguente dotazione dell'arma individuale per la piena tutela fisica e giuridica del personale”.

Cita poi  “i preoccupanti e particolari fatti accaduti nel Canale di Sicilia, derivati dallo svolgimento delle operazioni di soccorso a migranti a poche decine di miglia dalle coste libiche, duranti i quali il personale del corpo si è visto minacciare da scafisti armati”. Un episodio verificatosi un paio di settimane fa, quando al largo i Tripoli quattro uomini con dei kalashnikov si sono fatti restituire dalla Guardia Costiera un'imbarcazione appena “salvata”.

Nel documento si parla anche della “comune preoccupazione del personale operante nel canale di Sicilia ed in particolare quello che opera sulle motovedette della classe 300 in ragione della tutela necessaria ai fini della propria sicurezza, stante l'attuale mancanza di idonei strumenti di difesa atti a tutelare la propria incolumità”.

Il pericolo, comunque, non è però rappresentato solo dai trafficanti libici. Il primo febbraio, altro episodio citato nella delibera, il comandante della capitaneria di Porto Empedocle Massimo di Marco è stato infatti aggredito nei suoi uffici da due pescatori del luogo che protestavano per il sequestro di un peschereccio.

Alla richiesta dovranno rispondere il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da cui dipende la Guardia Costiera, e il Parlamento. Intanto, il consigliere politico di Forza Italia Giovanni Toti ha pubblicato la delibera sulla sua pagina facebook, chiedendo: "Ma le nostre motovedette nel Canale di Sicilia sono armate o no? I nostri militari hanno i mezzi per difendersi? Vorremmo dal governo risposte chiare".

 

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