Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

“Due anni per cercare lavoro, regolarizzare chi ha perso il permesso”

Cgil, Cisl e Uil chiedono di salvare i lavoratori stranieri vittime della crisi. Danesh (Cgil): “L’Italia non li lasci nel sommerso e nello sfruttamento, sono un pezzo fondamentale della nostra società e della nostra economia”

 

Roma – 28 giugno 2016 – La crisi economica e la legge sull’immigrazione hanno creato 400 mila fantasmi. Sono i lavoratori stranieri che, secondo le stime dei sindacati, negli ultimi cinque anni hanno perso il posto e per questo motivo non hanno più potuto rinnovare il permesso di soggiorno

Per quella legge, dovrebbero andare via. Per la logica, molto più vicina alla realtà di norme nate quando la crisi ancora non c’era o non era così dura, sono rimasti in Italia in attesa che il vento cambi, perché in patria non se la passerebbero meglio e  perché qui hanno mogli e mariti, qui hanno fatto crescere i loro figli. 

Quei fantasmi vivono, male, tra noi. Sbarcano il lunario lavorando in nero, spesso sfruttati, perché non possono fare altrimenti. Ormai sono immigrati irregolari, costretti a rifiutare anche il migliore dei contratti. Eppure, basterebbe una legge più giusta a farli tornare alla luce del sole e ad impedire che altri facciano la stessa fine. 

Oggi, in oltre sessanta città italiane, Cgil, Cisl e Uil hanno promosso manifestazioni e presidi davanti alle prefetture. Le richieste sono chiare e sono state poste invano, da anni, al governo, ora la speranza è che se ne facciano portatori anche i rappresentanti del governo sul territorio, lì dove si tocca con mano quanto la crisi abbia colpito gli immigrati: 17% di disoccupazione tra gli stranieri, cinque punti in più rispetto agli italiani. 

I sindacati chiedono di “prorogare la durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione a 24 mesi”, rispetto ai 12 attuali, che tra l’altro le strane prassi di molte Questure riescono a ridurre ulteriormente. Si tratta insomma di dare più tempo agli immigrati per cercare lavoro, dopo che ne hanno perso uno e prima che scada il loro permesso di soggiorno. 

La proroga sarebbe comunque vincolata al loro darsi da fare per trovare una nuova occupazione,  ma in questo dovrebbero essere anche aiutati dallo Stato. Cgil, Cisl e Uil chiedono infatti di mettere “ in atto di politiche attive del lavoro, tese ad una maggiore inclusione sociale di tutti”, quindi orientamento, formazione, incontro tra domanda e offerta.

La mobilitazione di oggi guarda anche a quei fantasmi. Chiede infatti di “rivedere la posizione dei lavoratori stranieri che hanno perso lavoro e permesso”, la parola farà paura a qualcuno, ma va pronunciata: regolarizzazione. Una regolarizzazione mirata, di fatto una ri-regolarizzazione, che salvi quelli che già erano regolari e che la crisi e un permesso per ricerca di lavoro troppo breve hanno spinto nell’irregolarità. 

“L’Italia non può permettersi di gettare nel sommerso e nello sfruttamento centinaia di migliaia di lavoratori che per anni hanno pagato tasse e contributi, hanno un bagaglio di capacità e competenze,  si sono perfettamente integrati insieme alle loro famiglie. È una politica miope, che sega il ramo dove è seduta” dice a Stranieriinitalia.it Kurosh Danesh, responsabile immigrazione della Cgil. 

“Anche Confindustria – sottolinea il sindacalista – riconosce che senza i lavoratori immigrati perderemmo un contributo fondamentale per l’economia del Paese. Il tasso di disoccupazione è più alto, ma è anche vero che gli avviamenti al lavoro coinvolgono proporzionalmente più gli stranieri che gli italiani. L’offerta e la domanda ci sono e gli indicatori economici suggeriscono che cresceranno, con consapevolezza e volontà politica bisogna accompagnare questo processo di ripresa”. 

Come? “Con nuove norme che raddoppino la durata dei permessi per attesa occupazione e diano di nuovo un permesso di soggiorno a chi l’ha perso” ribadisce Danesh. “Noi, in generale, crediamo  che chiunque abbia un lavoro debba essere messo in regola, ma intanto si inizi da quei quattrocentomila, facendo subito giustizia”. 

Elvio Pasca 

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version