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“Sono scappato dall’Africa, l’Italia mi ha cambiato la vita”: Darboe racconta la sua storia

Roma, 7 maggio 2021 – Un sogno da inseguire, un pallone da rincorrere, un deserto da attraversare. La storia Ebrima Darboe, il giocatore di calcio che ha fatto il suo esordio con la maglia della Roma contro il Manchester United potrebbe essere riassunto così. Diciannove anni, è arrivato nel nostro Paese quando ne aveva solamente quattordici. Era un ragazzino, solo, con un sogno enorme: diventare un calciatore professionista. E oggi, quel desiderio, si sta realizzando.

Ebrima Darboe, dal Gambia alla maglia della Roma

“Quando ero in Gambia mi dicevano che ero bravo, ma non avevo possibilità di poter avere il visto. Alla fine sono fuggito da solo a 14 anni, con due amici, è stato un viaggio duro, ma inseguivo questo sogno”, ha raccontato a Sky. “Per fortuna in Italia ho incontrato chi mi ha valorizzato e ha fatto sentire a casa, perché ero solo e troppo piccolo. Ringrazio Dio e l’Italia per avermi fatto realizzare il mio sogno. Non so nemmeno come descrivere la gioia che provo”. La partita contro il Manchester, la sua prima in Europa League con la maglia della Roma, Ebrima Darboe farà fatica a dimenticarla.

E probabilmente, fino a qualche anno fa, nemmeno immaginava di poter correre su un campo di quel livello. La sua storia, infatti, inizia come quella di tanti altri giovani ragazzi che, pieni di speranza, decidono di attraversare il deserto e il mare per crearsi un futuro. “Avevo questo sogno fin da piccolo, in Africa è difficile giocare a grandi livelli senza un aiuto. C’era un mio amico fraterno lì in Gambia che mi diceva sempre che sono troppo forte e di parlare con i miei genitori per farmi portare in Europa per arrivare al top. I miei mi hanno dato una mano, non era facile per il visto: non ho avuto scelta, sono fuggito con due amici, un viaggio duro e avventuroso. In Italia mi hanno accolto in una casa famiglia, vorrei ringraziarli tanto.

Dopo un anno ho conosciuto Miriam Peruzzi, una talent scout che mi ha cambiato la vita e mi ha reso parte della loro famiglia: ero troppo piccolo, ne avevo bisogno. Vorrei ringraziare tutta la sua famiglia, so che mi stanno guardando”, ha aggiunto poi Ebrima Darboe. “Ai giovani”, come lui e non, “vorrei dire di non smettere di crederci. Bisogna avere pazienza“.

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