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Edilizia. Fillea Cgil: crisi del settore ricade soprattutto sugli immigrati

"Gli addetti stranieri sono il 43,4% del totale e sono anche i piu’ ricattabili da parte degli imprenditori" Milano, 28 luglio 2010 – In edilizia, gli imprenditori, prevalentemente italiani (91%), ‘scaricano’ la crisi prevalentemente sui lavoratori immigrati. E’ quanto emerge da una ricerca della Fillea e della Cgil regionali della Lombardia, presentata nei giorni scorsi a Milano. In particolare, questo vale per la Lombardia dove, nel 2009, gli addetti migranti sono il 43,4% del totale (in valori assoluti 71.012), per un monte salari stranieri nello stesso periodo pari al 32,5% (524.521.965).

Dunque, osserva il sindacato, "i lavoratori migranti sono quelli che sono piu’ ricattabili e quindi piu’ subiscono". Inoltre, le ore lavorate da migranti sono il 34,5% (56.950.815), gli operai migranti inquadrati al primo livello sono il 68,8% del totale (48.955) e quelli a tempo parziale il 63,6% (7.877).

Ancora, gli operai stranieri under 35 sono il 55,6% (39.857) e le imprese con titolare straniero il 9% (2.743). E sugli addetti migranti, ovvero il 43,4% del totale, siamo vicini al sorpasso, anche se il dato 2009 su quello 2008 (45,7%) e’ in decremento: basti pensare che nel 2000 gli stranieri erano appena il 12,5% degli operai nel settore.

Quanto all’evoluzione della presenza delle varie nazionalita’ di manodopera che opera in edilizia, se nel 2000 le nazionalita’ prevalenti erano quelle del Nord Africa, oggi quelle maggioritarie in Lombardia sono quella rumena e albanese. Nel 2009, infatti, risultano iscritti alle Casse edili della Lombardia 16.271 rumeni, 12.052 albanesi, 9.256 egiziani, 7.884 marocchini, 3.409 provienienti dalla ex Jugoslavia e 2.635 tunisini.

Se si considerano i singoli territori della Lombardia, la presenza di migranti tra gli operai edili risulta, nel 2009, piu’ alta a Milano, con il 52,1% sul totale. Un’incidenza elevata si rileva anche a Pavia con il 46,3%, Como con il 42%, Varese con il 40,7%, Cremona con il 39,2%, Brescia con il 38,8% e Mantova con il 38,6%. Il valore oscilla tra 30,7% e 36,1% a Bergamo (rispettivamente, dati Cassa edile e Edilcassa). La percentuale e’ del 34% a Lecco, mentre scende al 18,8% a Sondrio.

"Quando si affronta il tema dei migranti – sostiene la Fillea Cgil – prevale l’ipocrisia o l’omerta’, una grande diversita’ tra dichiarato e agire, comportamenti concreti, ovvero si ignorano volutamente le evidenze". Cosi’, si ricorda che un terzo dei bimbi nati a Milano è figlio di migranti, che i migranti versano all’Inps 5 miliardi di euro all’anno, che abbiamo il record europeo di infortuni mortali sul lavoro con un incremento esponenziale di quelli di lavoratori migranti.

"In una situazione di emergenza e di crisi -conclude il sindacato- speriamo che questa nostra ricerca possa, in piccola parte, servire a creare e consolidare la consapevolezza che il lavoro, l’integrazione e il diritto di cittadinanza siano una possibile risposta a queste problematiche".

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