Roma – 12 febbraio 2013 – Alle regionali in Lombardia gli elettori immigrati, cioè gli stranieri che hanno ottneuto la cittadinanza italiana, potranno fare la differenza. Purchè si riesca a portarli alle urne. Ne è convinto Otto Bitjoka, candidato di origine camerunense nella lista Patto Civico con Ambrosoli.
“Gli ultimi sondaggi pubblicati – sottolinea Bitjoka – ci raccontano un testa testa all’ultimo voto per decidere chi sarà eletto Presidente della regione Lombardia. La forbice della distanza tra le prime due coalizioni è di circa l’1%, praticamente nulla considerando l’errore statistico. La vittoria si giocherà quindi sul voto di poche decine di migliaia di elettori e mai come oggi la scelta degli immigrati sarà fondamentale e determinante”.
“Stiamo parlando di 25mila elettori immigrati con diritto di voto nella sola città di Milano, senza contare la grande presenza di stranieri nel bresciano e nel varesotto, le loro famiglie (il 16% sono miste)” e “un bacino relazionale ben più ampio di quello delle proprie comunità, ormai profondamente intrecciato al nostro territorio” dice il candidato, che è presidente della Fondazione Ethnoland e promotore di diverse iniziative dedicate all’immigrazione.
C’è però uno scoglio da superare. “Questi elettori sono tradizionalmente poco propensi al voto, per nulla considerati dalle forze politiche, spesso disinformati sulle procedure e sui documenti necessari per esercitare il proprio diritto”. Quindi, “da afro lombardo, da oltre 30 anni a Milano” Bitjoka lancia un “appello a tutti i candidati che hanno alle spalle una storia di immigrazione perché si attivino, con i propri network e i propri partiti, per portare al voto tutti gli elettori immigrati che oggi possono fare la differenza”.
“Non importa – aggiunge – la loro scelta. Questo mondo, oggi, può finalmente emergere e determinare il destino della regione, contribuendo a scrivere una pagina della nuova Lombardia. Spetta a noi renderlo possibile. Spetta a noi vigilare su questo processo di affermazione civile pretendendo che le istituzioni forniscano tutte le informazioni, l’assistenza e i servizi dovuti per legge per consentire l’esercizio del diritto di voto – magari per la prima volta in Lombardia – di chi può fare vivere questo appuntamento democratico e di partecipazione”.