Associna pubblica un video in cui giovani italocinesi spiegano che “Votare è importante perchè…”. Rete G2 chiede impegni precisi ai figli degli immigrati che si presentano alle elezioni
Roma – 1 giugno 2016 – Anche stavolta, alle elezioni comunali, i più resteranno a guardare. Per forza. Votare rimane un miraggio per i figli degli immigrati esclusi da una legge sulla cittadinanza che li tratta ancora da stranieri.
Forse è proprio per questo che quelli sono riusciti a diventare italiani sentono tutta l’importanza della partecipazione. Volti, nome e storie da seconde generazioni scompaiono in tante delle liste che si sfideranno il 5 giugno. E intanto le associazioni storiche delle seconde generazioni lanciano appelli per andare alle urne e chiedono a quei candidati impegni precisi per i nuovi italiani.
Associna ha girato e pubblicato oggi sul social il video “Perché andare a votare il 5 giugno 2016?”. Rispondono, in italiano e cinese, giovani e non più giovani italocinesi, spiegando che “Votare è importante perché…”
Xuedan Jang, dice che il voto serve anche ”a difendere i nostri interessi”, per “ottenere più attenzione dai candidati in modo che trattino i temi degli immigrati con meno pregiudizi e più correttezza”. Secondo Gianni Lin, “votare è un bel gesto di maturità e di partecipazione civile per noi nuovi cittadini”, l’occasione per far sentire “la voce dei nuovi italiani anche nelle scelte che possono toccare la vita di tutti i giorni”
Per Fei Fei Qui, i figli dell’immigrazione cinese in Italia devono “partecipare attivamente alla vita politica, usare bene il nostro diritto di parola per esprimere meglio il nostro pensiero”. “Dobbiamo far capire ai nostri governanti che anche noi abbiamo interessi ed esigenze da difendere” sottolinea Erik mu, anche perché, come dice, Facun Zheng, “essendo un ragazzo di seconda generazione vorrei vivere per il futuro in Italia”.
Chi votare? Ovviamente Associna non dà indicazioni. “Non si tratta di scegliere un partito a priori, l’importante – suggerisce però Lun Rongyi – è guardare quale partito presta più attenzione alla comunità cinese e alle altre comunità di immigrati per instaurare rapporti positivi e creare un contesto di vita piacevole”.
La Rete G2 Seconde Generazioni ha lanciato invece #amministrativeG2. Dopo aver deciso, come sempre, di non ospitare nel suo gruppo Facebook messaggi di mera propaganda elettorale, si è rivolta direttamente ai candidati di origine straniera, invitandoli a rispondere nello stesso gruppo a una serie di domande.
“Ci sembra giusto – spiega Mohamed Tailmoun – che chi si presenta come volto nuovo dell’Italia spieghi cosa ha intenzione di fare per i G2 nel suo Comune. Perché anche a livello locale si influenza la vita delle seconde generazioni , quotidianamente, da quando ci mettiamo in fila per chiedere un certificato o per diventare italiani a quando siamo nelle scuole o facciamo sport”
L’esame si articola in poche domande, ma mirate. Come informare adeguatamente chi nasce e cresce in Italia della possibilità di diventare italiano a 18 anni presentando una dichiarazione in Comune? Quali azioni portare avanti nelle scuole? Garantirai la parità di accesso ai concorsi comunali? Cosa fare per lo sport e per la cultura e “quali iniziative concrete ti impegni a portare avanti in favore delle seconde generazioni una volta eletto?”
Alcuni candidati hanno già risposto, altri promettono di farlo prima del giorno delle elezioni. “È un esperimento, che ripeteremo. Per ora – sottolinea Tailmoun – ci siamo limitati a interpellare seconde generazioni, ma in realtà il dibattito su questi temi deve riguardare tutti i candidati. L’idea è che non bisogna aspettare solo una legge nazionale sulla cittadinanza, ognuno può contribuire anche a livello locale ad avvicinare le istituzioni ai nuovi cittadini”.
Elvio Pasca