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Elezioni in Serbia: si può votare in 4 città italiane

L’11 maggio i serbi sono chiamati alle urne. Iscrizione alle liste elettorali entro il 20 aprile

Roma – 11 aprile 2008 – Circa un mese fa il presidente della Serbia Boris Tadic ha disposto lo scioglimento del Parlamento e ha convocato le elezioni legislative anticipate nello stesso giorno in cui erano state fissate quelle amministrative.

Il prossimo 11 maggio, dalle 7 alle 20, i cittadini serbi sono dunque chiamati a eleggere il nuovo Parlamento. E, a patto che abbiano il diritto di voto, potranno farlo anche coloro che risiedono temporaneamente all’estero. Per poter votare è necessario iscriversi preventivamente nelle liste elettorali, recandosi entro il 20 aprile 2008 presso le rappresentanze diplomatico-consolari della Repubblica di Serbia presenti in Italia. Esclusivamente entro tale data sarà possibile essere inseriti nell’apposito registro degli elettori residenti all’estero.

I seggi elettorali disponibili per i cittadini serbi, residenti in Italia per qualunque motivo, sono quattro: presso l’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma, nei Consolati generali a Milano e a Trieste e nel Comune di Vicenza.

Le elezioni anticipate in Serbia sono il risultato di una crisi del governo in cui il maggiore peso è da concedere alla mancanza di un accordo sui rapporti del Paese con l’Unione europea, rea, agli occhi di alcuni, di aver aiutato il Kosovo a staccarsi da Belgrado. Secondo il premier nazionalista Vojislav Kostunica la dichiarazione dell’indipendenza della provincia a maggioranza albanese, avvenuta il 17 febbraio scorso, è illegale. La pensa così anche la Russia, diversamente dagli Stati uniti e da gran parte degli Stati dell’Unione europea che l’hanno già riconosciuto quale territorio indipendente.

Volendo semplificare dunque, i cittadini sono chiamati a scegliere tra un futuro con e nell’Unione europea e l’isolamento dall’Europa.

Intanto la commissione elettorale di Belgrado ha formalizzato la volontà della Serbia di aprire i seggi anche nelle enclavi serbe del Kosovo.

Antonia Ilinova

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